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24 maggio 2011

Rassegna stampa "licenziata" del 24 maggio. Donne sull'orlo di una crisi di nervi

Ben 800.000 donne, con l'arrivo di un figlio, sono state costrette a lasciare il lavoro, perche' licenziate o messe nelle condizioni di doversi dimettere. Un fenomeno che colpisce piu' le giovani generazioni rispetto alle vecchie e che appare particolarmente critico nel mezzogiorno, dove ''pressoche' la totalita' delle interruzioni puo' ricondursi alle dimissioni forzate''. L'allarme sulla difficile condizione delle donne e il mercato del lavoro e' contenuta nel rapporto annuale dell'Istat 'La situazione del paese nel 2010'.
 Si tratta dell'8,7% delle madri che lavorano o hanno lavorato in passato e che sono state costrette dalle aziende a lasciare il lavoro, magari firmando al momento dell'assunzione delle 'dimissioni in bianco'. A subire più spesso questo trattamento, si legge nel rapporto, non sono le donne delle generazioni più anziane ma le più giovani, 6,8% contro 13,1%, le residenti nel Mezzogiorno (10,5%) e le donne con titoli di studio basso (10,4%). Una volta lascito il lavoro solo il 40,7% ha poi ripreso l'attività, con delle forti differenze nel paese: su 100 donne licenziate o indotte a dimettersi riprendono al lavorare 15 nel Nord e 23 nel Sud.
E come se non bastasse.... L'occupazione femminile rimane stabile nel 2010, ma peggiora la qualita' del lavoro e rimane la disparita' salariale rispetto ai colleghi uomini (-20%). Cresce inoltre i part time involontario e aumentano le donne sovraistriute. L'occupazione qualificata, tecnica e operaia, secondo quanto si legge e' scesa di 170 mila unita', mentre e' aumentata soprattutto quella non qualificata (+108 mila unita'). Si tratta soprattutto di ''italiane impiegate nei servizi di pulizia a imprese ed enti e di collaboratrici domestiche e assistenti familiari straniere''.

Ma chissà perchè ci si ostina a titolare "donne sull'orlo di una crisi di nervi"!!! Però le donne tornano in piazza , con nervi o senza nervi. Leggete qui:  Tutto esaurito per la regista Comencini ieri sera al teatro Stimate dove è stato proiettato «Libere». Dopo il successo del 13 febbraio, il comitato «Se non ora quando?» invia a Napolitano una petizione per proteggere il lavoro femminile. La regista Comencini ha spiegato «Credo che il 13 febbraio sia stato un primo grande risultato, organizzato attraverso la Rete ma soprattutto sentito da tantissime donne come gesto necessario», ha spiegato la regista. «Oggi esistono 100 comitati "Se non ora quando?" in Italia. I temi delle prossime campagne sono due: la grande difficoltà della donna nel mondo del lavoro, e la strozzatura tra impiego e maternità e poi la rappresentazione femminile che oggi viene data e che ci umilia».

Invece a noi sull'orlo di una crisi di nervi sembrano altri. Battibecco in Aula alla Camera tra Giorgio Stracquadanio e la vicepresidente di turno dell'Assemblea di Montecitorio Rosy Bindi nel corso della discussione generale sul testo sull'omofobia. Il deputato del Pdl ha espresso la contrarietà a una legge "ideologica ghettizzante e violenta nei suoi esiti" perché "se facciamo una casistica" delle vittime di discriminazione "discriminiamo a nostra volta. Ciascuno è uguale di fronte alla legge e la libertà di ognuno va difesa".
Secondo Stracquadanio, infatti, le aggressioni ai gay sono sullo stesso piano di quelle subite "in questi giorni di campagna elettorale dalle nostre donne che vengono additate come 'puttane' e che sono state additate come 'puttane' da manifestazioni intere". Il riferimento del deputato è al movimento 'Se non ora quando' e la parola 'puttane' viene ripetuta più volte in Aula tanto che Bindi lo riprende: "Siccome la parola l'abbiamo capita può usarla una volta in meno...". Pronta la replica di Stracquadanio: "La realtà brucia...". E Bindi di nuovo, togliendo la parola al deputato: "Non glielo consento. Il suo tempo è terminato, avrebbe potuto risparmiarlo anziché fare commenti impropri sulla Presidenza...".
Della serie : sono più bella che intelligente. Firmato Marela.

19 aprile 2011

La rassegna stampa di Eva del 19 aprile: notizie da non perdere

«Quando le donne stanno bene, tutto il mondo sta meglio» Amartya Sen (premio Nobel per l’Economia)

C'è solo l'imbarazzo della scelta nel proporre la rassegna stampa di Eva.
Una parola chiave e tutto si srotola, come il bandolo della matassa che la nonna ci faceva tenere per creare gomitoli. E mentre la lana cresceva attorno a un nucleo la vecchia signora (così la definivo) raccontava di donne, delle storie delle donne che durante la guerra si sostituivano agli uomini nel lavoro della terra, negli opifici e perfino nei cantieri edili.
Eccola la nostra rassegna stampa di oggi. Si srotola e, nel contempo, costruisce attorno a un nucleo la propria forma, pronta a trasformarsi in oggetti che crescono punto dopo punto, dritto e rovescio.
E allora parliamo dei numeri delle donne.
Che sta succedendo nel Paese dove da sempre i figli sono considerati "piezzi 'e core" e dove si pensava che il desiderio di maternità fosse universalmente diffuso, ma la fecondità è ormai da anni una delle più basse al mondo?
Pare proprio che sia in corso una sorta di silenziosa mutazione: donne stabilmente in unione sembrano apprezzare gli agi di una vita senza figli, gestita con molta libertà e senza troppi vincoli. Si scoprono sprovviste dell'istinto di maternità e dichiarano schiettamente che la loro vita è già così straripante di impegni ed interessi che un figlio sarebbe proprio di troppo!
Tra i primi ad accorgersi della presenza di queste donne ci sono gli studiosi di marketing che hanno individuato come importante target la coppia "DYNK" (dall'acronimo inglese Dual Income No Kids), cioè una coppia con due redditi e senza figli, spesso giovane e con standard di consumo elevati. Lo leggiamo in un articolo di Maria Letizia Tanturri che sottolinea come il fenomeno sia sempre più diffuso. Vi è persino un fiorente mercato di gadget e logo fantasiosi che promuovono la scelta dell'infecondità volontaria. E infatti, a proposito di numeri, basta googlare la parola childfree e spuntano 1.940.000 risultati utili. Per chi fosse interessato una nota compagnia low cost offre voli "child-free" perchè
i bambini oltre ad essere fastidiosi sono responsabili dei ritardi nell’imbarco. La soluzione? Un po’ di pazienza? Noooo, voli “child-free” per le tratte a più alta frequenza, pare già a partire da ottobre prossimo.A questo si aggiungerebbe un aumento dei prezzi per recuperare i costi per le cancellazioni dei voli e i ritardi ma pare che i passeggeri siano ben contenti di pagare un po’ di più pur di viaggiare senza mostri.
Eppure se guardiamo ai numeri, si legge che i successi ottenuti dalle italiane dal lato dell’istruzione sono innegabili, ma pare che non siano sufficienti a garantire il conseguente successo occupazionale. Nel 1950-51 si iscrivevano alle scuole superiori il 7,1% delle donne e l’11,8% degli uomini, mentre nel 2001-2002, le donne si trovano in una situazione di sostanziale parità rispetto agli uomini (89,8% e 89,5%) Fonte Istat
Nell’università la crescita della partecipazione femminile dal dopoguerra ad oggi è stata ancora più sorprendente: nel 1950-51 le studentesse universitarie erano un’eccezione (2,1% contro il 6% degli uomini), mentre oggi si iscrivono a corsi universitari 40 ragazze su 100 coetanee, contro 31 ragazzi su 100.
Se nel 1950-51 le donne erano appena un quarto degli iscritti, nel 2001-2002 sono diventate più della metà, il 55,6% .
Le studentesse ottengono, in media, votazioni migliori dei loro colleghi (non solo nelle lauree tradizionalmente “femminili”) e sono più veloci nel completare gli studi, ma pare che tutto questo non basti per garantire un più facile accesso al mercato del lavoro.
E ora, amici di Eva, lasciateci chiudere con un ricordo. E' morto il papà di Cicciobello, il bambolotto global, che dal 1962 ha accompagnato le bambine con Cicciobello Angelo nero, Cicciobello Ciao-Fiù-Lin con gli occhi a mandorla e la Miniluna Apollo. I numeri sono impronunciabili, se è vero che da almeno 50 anni Cicciobello fa la felicità di intere generazioni.

17 marzo 2011

L'uguaglianza uomo donna non è solo un nobile ideale


Il nuovo rapporto FAO SOFA 2011 spiega perché è decisivo investire sulle donne
Se le donne delle zone rurali avessero le stesse opportunità degli uomini in termini di accesso alla terra, alla tecnologia, ai servizi finanziari, alla scolarizzazione ed ai mercati, la produzione agricola potrebbe aumentare ed il numero delle persone che soffrono la fame potrebbe ridursi di 100-150 milioni di unità, afferma la FAO nell'ultima edizione del rapporto Lo stato dell'alimentazione e dell'agricoltura (SOFA 2010-11).