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29 gennaio 2012

Piccole cronache dalla crisi

Ricevo e volentieri pubblico

È successo anche a me, la mia azienda, una multinazionale, di fatto ha detto che vuole chiudere la filiale italiana. Non è stato qualcosa di improvviso, già da anni aveva iniziato a trasferire altrove, preferibilmente verso est, che si sa all'est le cose costano meno, Est europeo ed estremo oriente, sempre est, mentre in contemporanea andavano via persone, si perdevano pezzi, Tutti sapevamo che piano piano ci si sarebbe arrivati, ma l'azienda ci ha sorpreso con uno scatto improvviso, ha detto che nel giro di pochi mesi non saprà più che fare di una bella fetta di persone e di quello che sanno fare, la cifra varia fra il 25% ed il 40%. Che per qualsiasi azienda come la mia equivale alla chiusura  nel giro di poco, un anno forse due. Ho detto "la mia azienda", devo imparare a non usare più il "mia", non è la mia azienda, è l'azienda per cui lavoro ancora per il momento, e non c'è un "noi" c'è un "io e loro". Questa cosa fa anche pulizia delle ambiguità del linguaggio. 

10 agosto 2011

Chi comanda è il "lato B" : lavoro per sorteggio. Come un terno al lotto

Ci stiamo occupando di "lato B" in questi giorni. O meglio di "effetto B".
La minorenne, con papà orgoglioso
della vittoria all'ennesimo concorso di bellezza(?) con una pornostar in giuria.
E ancora di "lato B" ci occupiamo. Stavolta per un motivo molto più serio.
Mentre scriviamo si sta sorteggiando (ribadiamo si sta sorteggiando per un principio di trasparenza) un posto di lavoro.
Più di 9000 domande per 300 addetti che saranno impiegati per 10 giorni a settembre: 450 euro lo stipendio.
Lo leggiamo sul Corriere di Bari : I candidati sono stati divisi in dodici liste. Per ciascuna delle figure individuate, come da indicazioni degli uffici dell'Ente, è stata riservata una quota per 'i veterani': il 25%, riservata a chi ha già lavorato agli stand e tra gli impiegati, il 50% agli impiegati delle biglietterie delle scorse edizioni. Posti riservati rigorosamente a metà per uomini e donne. Il sorteggio tra le liste composte per ordine di arrivo telematico delle domande è avvenuto davanti al notaio; poi, con un semplice programma di generazione casuale dei numeri, si è svolta l'estrazione. Caterina e gli altri 299 fortunati possono consultare il sito della Fiera del Levante per conoscere l'esito.

1 luglio 2011

Azienda licenzia solo le lavoratrici

La notizia l'avrete letta in tutte le salse e in tutti luoghi, qui compreso.
Quello che speriamo vi siate invece risparmiati sono i commenti dei lettori del corriere.it, specie la minoranza (ma nemmeno troppo esigua) a favore della decisione presa dall'azienda, un'approvazione sostenuta con argomenti che vanno dal cavernicolo al rozzo all'ignorante passando per il ridicolo.
Siccome questo blog è anche un po' un servizio sociale, abbiamo deciso di offrirvi una selezione dei più disgustosi, tristi e abietti.
Avremmo voluto fornirvi anche un servizio di traduzione di tali perle in italiano corrente, ma - come capirete leggendo - si trattava di un'impresa titanica.

21 giugno 2011

Rassegna stampa precaria. Eva prova a dare voce a chi non è tutelato


Precari in piazza, ieri 19 giugno, a Roma e  Milano. E anche in Spagna, Portogallo e  Grecia. Uniti nella «giornata dell’indignazione  precaria», hanno manifestato «a fianco del  movimento della Global Revolution che dalle  piazze di Madrid e Barcellona occupate il 15  maggio dagli indignados ha contagiato  l’Europa da Atene a Lisbona, e che anche in  Italia ha contagiato decine di città.
A Roma, in piazza Montecitorio, è iniziato il  presidio permanente con cui precari  manifesteranno contro il Decreto Sviluppo  fino al 22 giugno, data conclusiva del dibattito  parlamentare sul provvedimento
E tra le tante iniziative i precari hanno deciso  di contarsi. Di creare l'anagrafe dei precari, appunto. Qui potete trovare addirittura una rubrica dal titolo "precario fai da te", aiuto, supporto e idee per non perdersi e isolarsi. 
Perchè chi è precario non è protetto, non è garantito. 
Ma pare che i laureati lavorino meno dei diplomati, così dice il Censis. E i giovani non credono più nel "pezzo di carta". La Eva che scrive, però, continua a sostenere che l'Italia è un paese per vecchi che parlano di giovani. Anche con un pò di ipocrisia.È davvero difficile essere giovani in Italia. 
In questi giorni si parla molto di nuove generazioni, ma manca un’attenzione sincera nei loro confronti. Si sono viste molte lacrime di coccodrillo e anche un po’ di ipocrisia. «Non fiori ma opere di bene» verrebbe da dire, se ciò non suonasse un po’ cupo. 
Vediamo perchè, lasciando a chi legge osservazioni e commenti:

Berlusconi: «Nonostante la crisi, abbiamo fatto il possibile per andare incontro ai desideri di milioni di ragazzi» con «misure specifiche per il sostegno ai precari e il piano casa» e introducendo nel mondo della scuola e dell'università «la rivoluzione del merito». 
Brunetta rincara la dose «Le due signore precarie che mi hanno contestato dovrebbero farmi un monumento - Molto probabilmente verranno candidate alle prossime elezioni e magari faranno le sottosegretarie del presidente del Consiglio Vendola o del presidente del Consiglio Santoro». 
E allora per questa generazione, ritorna, come un fastidioso mantra, il consiglio, più atroce che banale, della rassegnazione al lavoro, “qualsiasi e a qualunque costo”. E’ la filosofia che sta dietro tante battutacce, sberleffi e massime di cinismo che si vogliono far passare per buon senso. E’ la morale comoda dei privilegiati. E’ la regola che impone la modernità presunta del presente. 
Ma ci piace pensare anche (non è forse nata da una costola dell'indignazione la nostra stanza?), per dirla con Ulrich Beck,  che  “tanto più il lavoro ci sfugge, tanto più sentiamo il bisogno di difendere i valori e le strutture di una società su di esso fondata” 
Noi ci siamo. 



24 maggio 2011

Ho detto in ufficio che sono incinta e mi hanno licenziata....

Maria Rosaria è un nome inventato. La sua storia no. Ha diciassette anni ed è incinta. Lavorava a nero. In un posto orrendo, sporco ed insicuro che le sue amiche di fatica, chiamano 'a fabbrica. Cuciva pantaloni e giacche.
Per dieci e anche più ore al giorno. Lavorava. Perché è stata cacciata via a pedate dal posto di lavoro. Schiaffeggiata dal padrone: Sergio Nardiello, 55 anni, di Frattamaggiore, iscritto nel registro degli indagati per i reati di lesioni, violenza e minacce.
Innervosito dalla pretesa di questa mamma bambina di avere addirittura due ore di permesso. Perché da giorni non si sentiva un gran che bene.
E voleva andare dal ginecologo con la mamma. Perché lavorare alla macchina per cucire o peggio nella zona della stiratura per otto ore, che diventano undici con lo straordinario (tre ore pagate appena un euro, che fanno trenta centesimi per sessanta minuti), ad una ragazza incinta può anche creare qualche problema di salute. Il padrone o anche «'o masto» - che in italiano sta per maestro - inviperito dalla proteste della ragazza l'ha maltrattata fisicamente. Davanti alla mamma terrorizzata. L'ha mandata a quel paese. «E già! Mo ci mettiamo a chiedere pure i permessi. Tu qui non ti devi fare più vedere», le ha gridato contro il padrone che le ha sbattuto la porta in faccia. 

Lo stesso destino dei lavoratori cinesi nei laboratori.... Leggete qui.
Lavoravano per meno di 2 euro l'ora alcuni operai dei sei laboratori cinesi perquisiti dai carabinieri e dagli ispettori del Dipartimento del lavoro di Treviso. A svelarlo i documenti scoperti all'interno dei capannoni-azienda sparsi nella Marca trevigiana, micro imprese tutte orientali che operavano a ciclo quasi continuo per confezionare abiti, pantaloni, giacche ma anche occhiali griffati.

Non servono commenti ma solo la diffusione di tali notizie. E l'invito a boicottare chi sfrutta i lavoratori e diventa competitivo sulla pelle delle donne e degli uomini pagati con salari di fame.


20 maggio 2011

41 ma non li dimostra!

Buon compleanno Statuto dei Lavoratori.

Proprio 41 anni fa, il 20 maggio del 1970, fu introdotto lo Statuto dei Lavoratori. Un arco temporale lungo durante il quale, nonostante i profondi cambiamenti nella contrattazione nazionale, il lavoro è rimasto un elemento determinante per l’identità e la crescita delle persone e per il progresso della società. Un’occasione per rimettere al centro del dibattito le politiche del lavoro, perché combattere disoccupazione e precarietà significa porre le basi di uno sviluppo più umano, più giusto e solidale.

Lo Statuto dei lavoratori, la legge 300 del 1970, intitolata ‘Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento‘. Obiettivo dello Statuto,era quello di tutelare la libertà e la dignità del lavoratore e sostenere la presenza dei sindacati sui luoghi di lavoro.
E’ di Giuseppe Di Vittorio, nel 1952, la prima proposta di uno Statuto dei lavoratori che sarà poi realizzato da Giacomo Brodolini, che con lui era stato al vertice della Cgil nel 1955 come vicesegretario. Nominato ministro del Lavoro socialista nel secondo governo Rumor e fautore della riforma della previdenza sociale del 1969, dell’abolizione delle gabbie salariali e della modifica del collocamento contro il caporalato, Brodolini istituì una commissione nazionale per redigere una bozza di Statuto, alla cui presidenza nominò Gino Giugni.

Brodolini morì pochi giorni dopo aver presentato, nel giugno 1969, il disegno di legge elaborato dalla commissione. La legge n. 300 fu approvata a maggio del 1970, con l’astensione del Partito Comunista che, pur apprezzando la garanzia dei diritti costituzionali prevista per i lavoratori sul luogo di lavoro, lamentava l’esclusione delle tutele per i lavoratori delle aziende più piccole.

Lo statuto ha 41 anni e proprio come avviene per molti lavoratori “over 40” sembra essere “precario”; c’è chi vorrebbe mantenerlo così com’è poiché ritiene che sia ancora attuale e che grazie all’esperienza maturata potrebbe, mantenendolo nella sostanza, subire solo alcune operazioni di “lifting” per adeguarlo alle nuove esigenze di mercato, come ad esempio nuove regole per i precari per i quali non e’ prevista alcuna tutela, chi invece lo ritiene del tutto superato, perché da allora il mercato del lavoro e’ cambiato e anche lo statuto dovrebbe esserlo di conseguenza, poiché nella sua versione attuale rischia di essere oltre che un “onere “per le aziende anche dannoso per i lavoratori stessi, in quanto manca di quella flessibilità (considerata invece da altri precarietà) che il mercato del lavoro esige.

Uno strumento, lo Statuto dei lavoratori, da alcuni odiato da altri amato al quale però non si può disconoscere l’importanza dei suoi contenuti e l’innovazione ed il cambiamento che ha apportato dalla sua costituzione ad oggi nel nostro Paese non solo per il mondo del lavoro ma per tutta la società.

10 maggio 2011

Rassegna stampa quasi rassegnata. Le notizie del 10 maggio


La Eva della rassegna rassegnata di oggi ha qualche acciacco dovuto all'età. Non ha più l'agilità delle ventenni ma è ancora giovane per definirsi tanto carampana da dover utilizzare un bastone per sostenere il suo fisico senile. E allora tra le parole chiave delle sue googlate c'è "salute". Come per incanto compaiono in 0,10 secondi ben 65.300.000 risultati. E tra quelli di oggi, roba da non credere, spunta la parola metastasi perchè Daniela Santanchè discetta persino di medicina e, fuori dal Palazzo di Giustizia di Milano, si avventura in sottili distinzioni tra cancro e metastasi.La sedicente metastasi è una donna che ci piace. Coraggiosa, rigorosa, seria.

Per fortuna se una vecchia carampana arranca, le nuove generazioni crescono e, allora, ci piace trasformare la nostra rassegna rassegnata in una rassegna orgogliosa.
Una scolaresca dell’Istituto Professionale di Cassino, l'altro giorno, ha cantato l’Inno d’Italia sfilando davanti al Ministro per le Riforme Umberto Bossi e al figlio Renzo, seduti al Bar Giolitti nei pressi della Camera dei Deputati




Oggi è stato proiettato nell'aula magna del Liceo Scientifico di Carbonia, in prima assoluta per la Sardegna e in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime del terrorismo, “Democrazia o Ragion di Stato. Chi è Aldo Moro", il cortometraggio realizzato dagli alunni del liceo Gramsci-Amaldi che ha conquistato il terzo posto alla rassegna “Cine Capua Festival”. In un universo parallelo, senza spazio e senza tempo, Aldo Moro, il presidente della Democrazia cristiana brutalmente assassinato dalle Brigate rosse il 9 maggio del 1978, discute di pace, rispetto della legalità ed eguaglianza con Enrico Berlinguer, Nilde Iotti, Giorgio Almirante, Francesco Cossiga, Giovanni Spadolini e Bettino Craxi. Il film è stato realizzato in collaborazione con il Commissariato di Polizia di Carbonia.

Trentatrè anni fa, infatti, il 9 maggio 1978, la notizia dell’assassinio di Aldo Moro fermò per un attimo il cuore dell’Italia, politica e civile. Un giorno che ha segnato la nostra storia, uno di quelli in cui ciascuno ricorda dov’era, e cosa stava facendo, quando la notizia veniva scandita dagli speaker di radio e televisioni. Da allora il 9 maggio, ogni anno, è un giorno per ricordare, per capire, e per raccontare a chi non c’era che cosa è stato il terrorismo allora e che cosa è oggi, con i suoi duecento morti dal 1967 e le centinaia di feriti.

Ma siamo anche orgogliosi del coraggio dei familiari dei morti Thyssen e ci indigna non poco l'applauso al manager Thyssen condannato. Brutto episodio quello degli industriali di Confindustria a Bergamo. Lo leggiamo qui. 

E, infine, facciamoci male. Il Governo aveva annunciato che i risparmi derivanti dalla parificazione dell'età pensionabile nel settore pubblico sarebbero stati destinati interamente a un fondo per il sostegno alla famiglia e al lavoro delle donne. A un anno di distanza quel fondo è sparito. Potete leggere la notizia nei dettagli proprio qui,  Ovviamente tutto ciò passa sotto silenzio e si da grande risalto a ben altra notizia: su Facebook si sono iscritte oltre 50000 persone alla pagina dei Fan del lato B della Pippa Middleton.
Anche noi abbiamo una Fan Page per le Stanze di Eva ma possiamo offrirvi solo il lato B dei dischi di vinile scovati in soffitta. Aderite comunque numerosi, sarà bello incontrarci e discutere insieme di problemi veri.


13 marzo 2011

Se le donne guadagnano meno anche gli uomini vengono di fatto discriminati


Il grafico qui a destra riporta i "differenziali salariali imputati" vale a dire la differenza percentuale tra i salari degli uomini e quelli delle donne quando si tiene conto del problema della selezione della forza lavoro, particolarmente forte in paesi come l'Italia, in cui il 46% circa delle donne in età lavorativa ha un'occupazione a fronte di tassi occupazionali maschili intorno al 75%.

8 marzo 2011

Sebben che siamo donne... colloquio di lavoro

Da L.C. – Milano – 40 anni – lavoratrice in mobilità.

8.30 colloquio di lavoro a Muggiò.
Arrivo nel mezzo del nulla in uno squallido e lercio capannone. Ho appoggiato la borsa sul tavolo e ho tenuto la giacca in grembo da tanto erano sporche e macchiate le sedie.
Peccato non poter essere stata in piedi.

Mi accoglie (si fa per dire) il padre padrone proprietario capo, un 70enne orrido vestito come un boss della 'ndrangheta, bracciali d'oro, spiccato accento pugliese, sembra Cetto la Qualunque, il politico corrotto interpretato da Albanese.

Mi chiede per prima