Vieni fuori: la lista delle 10 artisti femminili che hanno cambiato la storia... penso dell’arte.. no della musica. Stilata da Time.
Non è questo che cercavo. La musica val bene un post, forse più di uno. Ma di Madonna, Britney Spears e via dicendo, in tutta franchezza non intendo scrivere, non ora, non qui. Così proseguo la mia ricerca. Nel mentre riflettevo che a scuola, nell’ora di arte, il riflettore è stato sempre puntato sull’espressione artistica maschile. Mentre le donne nell’arte sono relegate in un ruolo secondario: modelle o amanti, o muse ispiratrici. Ma se con attenzione lo sguardo va oltre la superficie delle cose ci si rende conto che donne che hanno sfidato le convenzioni ci sono. E così mi sono messa alla ricerca di un'artista donna su cui scrivere, chiedendomi: quale donna artista può piacere a Eva? La riposta viene fuori in meno di un click. Vanessa Beecroft. Madre italiana e padre inglese, genovese di nascita, sviluppa da subito un interesse per le performance dove il corpo femminile, a nudo, diviene il protagonista e il veicolo per comunicare il disprezzo dell'artista contro il mondo della moda: la sua volubilità, l'utilizzo che fa del corpo, mercificato per aumentare i volumi di vendita di un qualsivoglia prodotto. Così, nelle sue opere, troviamo donne nude in una formazione ben precisa, ogni donna espone se stessa ma si rende irraggiungibile al tocco e a qualsiasi tipo di contatto umano. L'immobilità di queste donne come un muro di gomma rimbalza lo sguardo degli astanti e li pone in una condizione di disagio. Sono loro, seppur vestiti, ad essere nudi, sotto gli occhi della società. Pone al centro dell'attenzione anche il rapporto che c'è fra il corpo soprattutto femminile e il cibo.
" Enigmatico il rapporto che si instaura con lo sguardo estraneo, con lo spettatore-voyeur, ospite anonimo spiazzato da un effetto di resistenza dell’insieme: arbitrarietà del feticcio che non rappresenta e non duplica nessuna cosa provocando disorientamento percettivo e rivendicando capricciosamente una propria autonomia. Negazione seducente che lambisce il concetto stesso di esistenza nel momento in cui si configura come soglia di una dimensione differente.
«Non parlate, non interagite con gli altri, non bisbigliate, non ridete, non muovetevi teatralmente, siate semplici, siate naturali, siate distaccate, siate classiche, siate inapprocciabili (…)» (in Vanessa Beecroft. Performances 1993-2003).
Con il passare del tempo l' artista pone al centro delle sue opere la riflessione sull'identità femminile, la natura e il mistero dell'esistenza umana.
Per i titoli delle sue opere utilizza, semplicemente una sigla composta dalle sue iniziali VB e dalla successione numerica, infatti la sua prima mostra, avvenuta mentre ancora frequentava l'Accademia di Belle Arti di Brera, presso la galleria Inga-Pin di Milano, è denominatoa VB01.
Per i titoli delle sue opere utilizza, semplicemente una sigla composta dalle sue iniziali VB e dalla successione numerica, infatti la sua prima mostra, avvenuta mentre ancora frequentava l'Accademia di Belle Arti di Brera, presso la galleria Inga-Pin di Milano, è denominatoa VB01.
Nel 2001 è stata insignita del premio di Miglior Artista alla XXXII edizione del Premio Regionale Ligure. Il Castello di Rivoli a Torino ha ospitato una sua retrospettiva nel 2003 e la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ha esposto alcuni suoi dipinti e disegni nel 2007.
Sì, questa artista ci piace, mi piace perchè dimostra come l'unica cosa che ci rende davvero nudi gli uni davanti agli altri è l'apertura dell'anima.
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