Un piatto di pastasciutta dovrebbe anche ricordare qualcosa, scatenare un meccanismo simile a quello delle maddalene di Marcel Proust. E allora, questo che vi propongo oggi mi ricorda la costiera sorrentina, le troppe curve della vecchia statale che offre, a chi non guida, scorci meravigliosi, ed il caldo delle estati senza condizionatore nell'automobile di mio padre.
I paccheri sono dei rigatoni più grandi e più corti, dovrebbero essere quelli dei pastifici di Gragnano, ma
potete sostituirli con quelli no-brand, nel caso non li trovaste nel super di cui siete clienti. Certo non sarà la stessa cosa.
Oltre alla pasta, qualcosa come otto/dieci pezzi a testa, vi serve una cipolla e i pomodorini di Pachino o Piccadilly, tre o quattro per ognuno dei commensali, olio extra vergine di oliva ed un bicchierino di rum: possibilmente di buona qualità, non il rum fantasia che non ve neanche bene per bagnare le torte.
Il sugo è presto fatto, quindi potete aspettare che l'acqua per la pasta bolla, anche e soprattutto considerando che i paccheri hanno in genere bisogno di una cottura dai quindici minuti in su.
Dunque, mentre la pasta comincia a bollire, fate appassire nell'olio bollente per un paio di minuti una cipolla affettata molto sottile, poi aggiungete i pomodorini. I Piccadilly vanno tagliati a metà, i Pachino possono essere lasciati interi, magari praticate una incisione per farli cuocere meglio.
A questo punto versate nella padella un bicchierino di rum e fiammeggiate il tutto; la fiamma si spegnerà da sola, e lasciate proseguire la cottura fino a che non sarà cotta anche la pasta, che poi passerete in padella rapidamente ed a fiamma vivace.
Accompagnate con una Falanghina fredda ma non gelata e lasciatevi portare dalla memoria dei sapori.
A questo punto versate nella padella un bicchierino di rum e fiammeggiate il tutto; la fiamma si spegnerà da sola, e lasciate proseguire la cottura fino a che non sarà cotta anche la pasta, che poi passerete in padella rapidamente ed a fiamma vivace.
Accompagnate con una Falanghina fredda ma non gelata e lasciatevi portare dalla memoria dei sapori.
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