Possiamo dirlo? Va bene, lo diciamo: no.
Cominciamo da qui,: il carcere e le pene corporali per aver recitato in un film. La realtà è andata ben oltre la rappresentazione artistica, una giovane attrice a cui non era permesso di recitare. Le autorità islamiche iraniane le hanno voluto ricordare che costa anche caro infrangere i divieti, e di molto.
Hanno detto no anche gli editori, un no contro il ddl intercettazioni, che restringe il diritto all'informazione dei cittadini e che da ogni parte, anche all'estero, suscita dubbi clamorosi, ci guardano come se fossimo degli alieni e non è bello.
E anche qui si dice no, in un intervento piuttosto significativo: ma di cosa hanno parlato? L'agenda non era chiarissima. Ma non era meglio sedersi tutti insieme? Si, in effetti sarebbe meglio, ma magari essere tempestivi e non aspettare che gli altri facciano qualcosa e poi randellarli senza proporre altro. E gnègnègnè non ce lo vogliamo mettere? Fare i dispetti a Francia e Germania non credo ci porterà tanto lontano.
Osa invece tirare fuori vecchie trattative il pentito di mafia. A quanto vanno oggi le stragi?
Ci si arrampica sulle "zeppe" troppo alte della Marcegaglia che ha osato criticare i simpatici condoni fiscali ed edilizi che il governo ventila da qualche giorno, a fasi alterne: oggi si, domani no.
Qualche volta ci si stanca di dire no, e si accetta ciò che per tante è stata una sfida troppo grande, rischiosa, impegnativa, magari anche sbagliata, vedremo.
Tempi duri e bui, a cui spesso non sappiamo far fronte. Verrebbe voglia di fermarsi, ogni tanto fa bene. Basta che poi si riprenda ancora, di nuovo per dire no e osare come qualsiasi disobbediente.
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