Su Libero leggo quella che pare una critica letteraria.
ll titolo vorrebbe essere provocatorio, mette insieme maschi con le palle e donne che amano i fascisti, si parla di un'opera di poesia di una certa giovane poetessa, il dubbio che viene è che i due si siano trovati. Senza incontrarsi però, ognuno preso a pensarsi per quello che poi non dimostra di essere. Di lei, che partendo dal verso di Silvia Plath ("ogni donna ama un fascista") si lancia nell'elogio dell'uomo forte e della donna "che non vorrebbe lavorare fuori casa e perfino fuori sede ma tra le mura domestiche e per una famiglia" verrebbe da chiedersi come mai non abbia ancora trovato l'uomo che dice di sognare e non viva la vita che dice di desiderare. Del giornalista, che si compiace di una donna che attacca i fighetti, ma che nel suo sito si presenta come un aspirante figurante per un film di Woody Allen, verrebbe da chiedersi la stessa cosa (ma a ruoli ovviamente invertiti). Di loro, integralisti cattolici (un ossimoro, se si pensa a cosa dice il Gesù del Vangelo), verrebbe da dire che il loro Dio li fa e poi li accoppia.
Solo che dopo avere letto le loro parole la mia parte maliziosa mi dice che insieme non potrebbero stare, così concentrati nel dirsi da soli "quanto sono figo".
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