Orgoglio democristiano, orgoglio del partito che si fece stato per oltre quarant'anni, in mostra a Roma.
Sulla coincidenza di questa mostra (Quando si faceva l'Italia, il titolo) con la crisi del berlusconismo hanno parlato altri più bravi di noi. Qui vorremmo invece sottolineare come sia stato importante un partito che condivideva comunque le ragioni fondanti del Paese che usciva dalla catastrofe del fascismo; lucrava una rendita di posizione non indifferente nell'Europa uscita dalla Seconda Guerra Mondiale e negli equilibri internazionali di forte contrapposizione, ma solo una volta, nel 1953, ebbe la tentazione di rovesciare il tavolo, proponendo una legge elettorale che assomigliava veramente tanto al porcellum riproposto in tempi molto più recenti da un signore vestito di verde. Per memoria, ricordiamo che nell'occasione ci furono proteste in piazza e battaglia in Parlamento, molto più di quanto è accaduto cinque anni fa.
Questo manifesto qui a destra, che abbiamo fotografato non benissimo - e ce ne scusiamo - risale alla campagna elettorale del 1975 (elezioni regionali, le politiche vennero l'anno dopo), e ci sembra bellissimo, affidato alla matita di un grande come
Jacovitti; come si può paragonarlo alla comunicazione di oggi, quando vediamo le strade imbrattate da carta che nessuno legge (anche perché la comunicazione, oggi, si fa in un altro modo)?
Ci sono altri manifesti, che risalgono alle amministrative di Roma del 1952, quando De Gasperi rischiò addirittura la
scomunica per essersi opposto all'apparentamento con il Movimento Sociale Italiano, o addirittura alla fine degli anni Quaranta, dedicati alla Sicilia, terra di separatismo mafioso e successivamente di
milazzismo, che ricordavano gli investimenti effettuati dal governo nell'Isola.
Ma il documento che ci ha affascinato è una lettera di Mario Scelba ministro dell'Interno a Aldo Moro segretario del partito. Riservata personale, ma sono passati cinquant'anni e più, e tant'è.
L'inventore della Celere segnalava che in occasione delle grandi migrazioni interne le sezioni del PCI avevano dedicato tempo ed energie a sostegno dei migranti che arrivavano nelle grandi città, ottenendone un cospicuo ritorno in termini elettorali, ed invitava il segretario del partito ad attivare le analoghe strutture della DC e le amministrazioni locali dal partito controllate affinché si comportassero allo stesso modo.
Erano altri tempi, in effetti. E chissà che non debbano tornare.