23 maggio 2011

il mattino ha l'oro in bocca

Cosi recita un antico proverbio. 
Un cantautore più o meno amato (Vinicio Capossela) in una intervista rilasciata a Radio Deejay conclude questo detto cosi: "Il mattino ha l'oro in bocca, solo che a volte tiene la bocca chiusa". Questa frase mi ha fatto fare un giro mentale non indifferente, un altro detto antico ha catturato l'attenzione: il silenzio è d'oro. E come avrebbe riflesso quell'oro se nell'Italia attuale nella fase pre e post elettorale qualcuno avesse tenuto la bocca chiusa. Invece non è successo e in tal caso non solo il silenzio brillerà d'oro ma anche il lieve vento di rivoluzione che si sta abbattendo su questa nostra Signora Italia. Ma questa è un altra storia.
E io vi voglio narrare di un altro silenzio. L'opera, o meglio la performance di questa artista Marina Abramovic, presentata al MoMa lo scorso anno, si intitolava The Artist is Present , e riguardava appunto il silenzio. 
Marina Abramovic,  è una delle artiste piu famose della corrente della performing art. Nasce a Belgrado, Repubblica di Jugoslavia nel 1946, studia all'Accademia di Belle Arti di Belgrado. Nel 1976 iniziano la relazione e la collaborazione con un altro artista, Ulay, nato peraltro nel suo stesso giorno. Dopo dodici anni di relazione, hanno deciso di interrompere il loro rapporto con una camminata lungo la Grande Muraglia Cinese. Lui iniziò a camminare dal deserto di Gobi, Marina dal Mar Giallo. Dopo una camminata di duemila e cinquecento chilometri si sono incontrati e si sono detti addio: "È stato un momento molto doloroso della mia vita. Dopo il quale ho avuto una crisi molto forte sia come artista sia come donna. Ma un artista lavora sempre con le sue tragedie, la sua pena. In un certo senso, abbiamo bisogno della drammaticità per fare progetti ". 

L'Abramovic fin dagli arbori della sua vita artistica ha fatto del corpo l'oggetto principale di tutte le sue performance mettendo in gioco e indagando i confini estremi della resistenza fisica e psicologica. Come nella famosa performance di Napoli del 1974 -Rhythm 0-  l'artista si pone in una condizione di totale dipendenza nelle mani dei visitatori della mostra, un tavolo viene allestito con oggetti di piacere e di dolore con i quali l'artista può venire provocata senza che possa reagire in nessun modo.

Le opere che mette in scena puntano a investigare le potenzialità ed i limiti della sopportazione: il corpo è l'oggetto e il soggetto della sua ricerca, usato come strumento per veicolare un messaggio al pubblico, per comunicare ed assorbire energia. Il corpo dell'artista dunque come metafora e simbolo di realtà e valori diverse.
L'arte, per la Abramovic, non è bellezza, ma interrogazione, richiesta di attenzione. In un'intervista ha sottolineato non a caso la propria sintonia con Manzoni: "Credo che l'artista debba essere un disturbatore e noi dobbiamo interrogare la bellezza. Piero Manzoni ha detto: Non mi interessa che la mia arte sia bella o brutta. Deve essere vera. È così".
La sua attività non è solo legata al corpo ma risente dei mutamenti sociali e politici che la circondano. Soprattutto la guerra nell'ex Jugoslavia, sua terra d'origine. Tale fu il suo trasporto durante la messa in scena di questa performance che le comportò la vittoria del Leone d'oro alla XLVII Biennale di Venezia. Quest'opera si intitola : Balkan Baroque . In questa performance l'Abramovic siede sopra una montagna di carcasse di mucca, e per sei giorni pulisce e scarnifica, fino a renderne le ossa bianche e linde. A dimostrazione dell'atrocità della guerra, della sua terra, dove le popolazioni sono diventate carne da macello. 
Un altra celebre opera, realizzata però assieme al compagno Ulay è Imponderabilia. In quest'opera all'ingresso della sala, dove sono esposte delle opere, ci sono uno di fronte all'altro, l'artista e il compagno. Nudi. Lo spettatore dovrà passare attraverso i due corpi nudi, scegliendo il sesso verso il quale girarsi per poter passare.
Ormai vi sarete chiesti come mai, abbia iniziato l'articolo con il silenzio e concludendo parlando di un'opera dove due persone, di sesso opposto sono nudi l'uno di fronte l'altro e di frotne l'umanità. Semplice il silenzio c'è anche in mezzo alle parole. Tante parole utilizzate per poi non avere nulla da dire,dove il silenzio poteva essere più eloquente di altro. Perchè in silenzio ci si pone nudi, occhi negli occhi e si legge nell'altro. In silenzio. Si accetta anche la sconfitta.


Questi sono i premi che quest'artista ha vinto con la sua arte, li cito nell'eventualità in cui ci si chieda ok ma è veramente famosa? E in taluni casi, solo dei premi sono la miglior risposta a domande cosi sciocche.
  • Leone d'oro, XLVII Biennale di Venezia, 1997
  • Niedersächsischer Kunstpreis, 2003
  • New York Dance and Performance Award (The Bessies), 2003
  • International Association of Art Critics, Best Show in a Commercial Gallery Award, 2003