13 luglio 2011

Degli oppressi e degli oppressori, dei giudici e dei giudicati



Leggo questo articolo sul Corriere del Mezzogiorno, dove si racconta in modo succinto della polizia municipale di Napoli che individua, non per caso, una cinquantina di cingalesi sfruttati da un loro connazionale che li ammassava in due miniappartamenti di cui risultava essere l'affittuario, che poi versava due affitti normali ai proprietari. A proposito questi ultimi, nell'articolo non si parla affatto di loro.  Impossibile che non sapessero nulla, decine di persone ammassate in pochi metri quadri  non sfuggono agli occhi, alle orecchie, ai nasi di vicini ed amministratori. La cosa buffa è che solo il subaffittatore sembra essere stato imputato per favoreggiamneto dell'immigrazione clandestina.
Verrebbe spontaneo parteggiare per i 50 costretti a vivere in 2 metri quadri a testa. E altrettanto spontaneamente verrebbe da pensare che il loro concittadino che gli subaffittava gli appartamenti sia quanto meno una carogna.
Partendo dalla lettura di questo breve articolo mi ritrovo a pensare agli oppressi ed agli oppressori e come mi capita ogni tanto  mi viene un pensierino forse controcorrente forse contro e basta. Forse lo stesso uomo avremmo potuto "incontrarlo" qualche sulle pagine di qualche giornale  di qualche anno fa in qualche trafiletto che ci raccontava dell'ennesimo barcone stracarico di disperati che arriva quasi per miracolo. Ecco, se ora parteggiamo per i 50  messi stipati sardine allora avremmo parteggiato per i passeggeri di quel barcone e quindi anche per lui.