25 ottobre 2011

Jane Eyre - o dei remake che non andrebbero fatti mai

C'era una volta un terzetto di sorelle, in grado di scrivere alcuni fra i più bei romanzi dell'epoca vittoriana.
La sorella di mezzo si chiamava Emily. I suoi personaggi più famosi Catherine e Heathcliffe.
La sorella minore si chiamava Ann. Il suo personaggio più famoso Agnes Grey.
La sorella maggiore si chiamava Charlotte. Il suo personaggio più famoso Jane Eyre.
In quella casa la sera la conversazione di sicuro non languiva.

Rassegna stampa: un sorriso, e poi si riparte.

Reduci da risatine imbarazzanti in mondovisione e delle solite ricette europee alla crisi, la stanchezza ha prevalso. Innanzitutto dobbiamo riconoscere prima i nostri demeriti che sono tanti, imparando dai nostri errori magari, per aver violentato uno dei Paesi più belli del mondo senza batter ciglio e senza pensare a un domani. Ma non possiamo arrenderci, non se c'è ancora chi ci celebra (Leonard Freed. Io amo l’Italia) e ci fa riscoprire un vecchio spirito perduto, che è quello forse a cui dovremmo tendere. Riscoprire chi siamo insomma e riprendere in mano il nostro futuro

La "Primavera Araba", con le dovute proporzioni, inizia una faticoso percorso ma i volti sono di speranza, di chi crede che sia possibile aspirare a una nuova libertà e democrazia. Gli argentini si sono risollevati e danno di nuovo fiducia a Cristina Fernandez de Kirchner, con rinnovato ottimismo e orgoglio, e con una maggioranza schiacciante di voti, praticamente un trionfo che speriamo riuscirà a meritarsi.
Crederci dunque, anche quando i più radicati luoghi comuni vengono abbattuti e quando a guardare certe creazioni ci si chiede: bellissime, riusciranno anche questi oggetti preziosi a ridarci la carica?