23 luglio 2012

I love you much, it's not enough

E' passato un anno...solo un anno? Già un anno?
Ieri tornavo a casa dal mare, e nei cinque minuti di tragitto che devo fare, non mi impegno a "scegliere" quello che voglio ascoltare, accendo la radio e vada come vada. 
Ed è stata la solita emozione, trasmettevano "Back to Black" di Amy Winehouse, sempre lo stesso pugno nello stomaco come se non l'avessi mai sentita prima. E dopo le prime note e i primi versi c'è qualcosa di stonato che non riesco a realizzare e decifrare subito. Poi si accende la lampadina della razionalità: è morta un anno fa, l'unica differenza è che ero ancora in spiaggia. Mi arrivò un sms da parte di un'amica, non ne capivo il senso: hai sentito cos'è successo a Amy? No, non lo avevo sentito. E poi tutti dissero che era imminente, era la notizia che prima o poi sarebbe arrivata: trovata morta nella sua casa di Londra.

Io no, non me lo aspettavo, c'erano stati segnali ben più gravi negli anni precedenti, ne era sempre uscita, l'avevano data per spacciata troppe volte, lei si era sempre risollevata, l'avevano sempre salvata. Ero tra quelle che avevano il biglietto per l'unico concerto italiano, e nemmeno la cancellazione di quel tour mi aveva fatto pensare alla fine di tutto. Non adesso, mi dicevo. Non era nel mucchio delle bad girls, non era una qualsiasi. Un talento così puro e cristallino come il suo, il più clamoroso degli ultimi decenni, non poteva andare sprecato così, avrebbero trovato il modo di salvarla un'altra volta, l'ennesima. Era ancora una ragazza, soltanto una ragazza.

I love you much, is not enough: per me, la chiave per capire la parabola discendente di Amy è tutta qui. 
Una ragazza che ha amato troppo, che ha usato il corpo come un murales per mostrarlo tutto, ma alla quale non è bastato l'amore di milioni di fan per evitare di gettare via ogni cosa, perfino la sua vita. Ha amato troppo il suo ex marito che l'ha fatta scendere all'inferno e che ce l'ha lasciata, e a quel punto forse è stata lei a non voler più essere salvata. Un amore malato e morboso, eccessivo, fatto di droghe e autolesionismo non poteva concludersi bene. Non per una come lei che aveva fatto di Back to Black il suo manifesto musicale.