Lui ci mette per primo la faccia con una bella frase: "teatrino della politica". Verrebbe subito da chiedergli che ruolo gli abbiano scritturato nella tragedia a cui assistiamo ogni giorno. Lascio a ognuno di voi la risposta che più gli aggrada.
In compenso a Milano, la Consigliera Regionale voleva che il giudice la vedesse, coraggiosa, non c'ha dormito la notte, pensate. Sarà stata un'attesa lunga, posso immaginare.
Non più lunga però, di chi invece, cerca ogni giorno di essere e fare qualcosa di diverso, specializzandosi in "nientart": nuovo giro nuova corsa signori, fate il vostro gioco, in attesa di un futuro migliore. Quello per cui combattono coraggiosamente e caparbiamente le donne dello Zimbabwe. Tra mille difficoltà e di fronte al rischio di massacri e carcere, che non si sono mai tirate indietro, davanti alla ferocia di una dittatura che partecipa alle beatificazioni in Vaticano. Mah! Quello si che è metterci la faccia, no?
Metterci la faccia vuol dire anche avere del buon senso, senza star lì a recriminare troppo sugli anni che passano e le rughe che diventano solchi. Perché le donne che arrivano a quella maturità sanno bene che non bisogna aver paura ma esserne consapevoli semmai. Il coraggio e l'orgoglio di dire: “Le rughe sono il segno del mio lavoro, della mia fatica”.