8 marzo 2011

Sebben che siamo donne... colloquio di lavoro

Da L.C. – Milano – 40 anni – lavoratrice in mobilità.

8.30 colloquio di lavoro a Muggiò.
Arrivo nel mezzo del nulla in uno squallido e lercio capannone. Ho appoggiato la borsa sul tavolo e ho tenuto la giacca in grembo da tanto erano sporche e macchiate le sedie.
Peccato non poter essere stata in piedi.

Mi accoglie (si fa per dire) il padre padrone proprietario capo, un 70enne orrido vestito come un boss della 'ndrangheta, bracciali d'oro, spiccato accento pugliese, sembra Cetto la Qualunque, il politico corrotto interpretato da Albanese.

Mi chiede per prima

Stalking



Credo che in una giornata come questa possa essere interessante affrontare un tema che ha a che fare con noi donne, ma "al contrario", ovvero la persecuzione messa in atto da una donna respinta. Ho seguito un caso di "stalking" qualche mese fa, quale difensore di un uomo denunciato dall'ex amante per il reato denominato, per consuetudine, "stalking", ma, in realtà, definito dal nostro Codice Penale come "atti persecutori" (art. 612 bis c.p.). I due avevano avuto una relazione e la moglie del mio cliente, scoperto tutto, gli aveva intimato di lasciare l'amante, cosa che lui ha fatto immediatamente.

Una festa, e basta


Le amiche de Le stanze di Eva hanno chiesto ai toy boys del blog un intervento sull'otto marzo. Io ho poche cose da dire, e vorrei cominciare con una apologia: per anni ho creduto inutile anzi dannoso celebrare UNA giornata di festa invece di agire coerentemente 365 giorni l'anno, ma in questo orribile 2011 una giornata di mobilitazione mi sembra indispensabile.
Ciò premesso, sento anche il bisogno di sottolineare che chi rispetta le donne le ama e chi le ama le rispetta, e questo mette fuori gioco un certo numero di persone (con in testa Voisapetechi).
Ultima considerazione: io amo e rispetto le donne esattamente per quanto ciascuna di esse merita. Ebbene sì, detesto le generalizzazioni.
Buon 8 marzo a tutti - no, non è un errore di digitazione.