31 dicembre 2011

Quel pollo per Yuma

Potrebbe essere o non essere un piatto adeguato per stasera, questo, con un certo tono festivo fornito dalle bollicine dello spumante da utilizzare per la cottura: lo propongo a scarico di coscienza, prima di avviarmi alla preparazione del cenone di San Silvestro.
Per quattro persone serve un bel pollo, meglio se ruspante, una confezione di panna da cucina, un dado da brodo, una manciata di scalogni e mezza bottiglia di spumante (io ho utilizzato un Trento D.O.C.), oltre ad olio e burro, un cucchiaio ed una noce, ed un cucchiaio di farina.

25 dicembre 2011

La crisi, insaziato cormorano, terminato tutto il resto, addenta le sue viscere - La rassegna stampa (natalizia) di Eva

Questo è il primo Natale che passiamo insieme e, per prima cosa, scambiamoci gli auguri.  Avete aperto i pacchetti? I regali sono stati di vostro gusto? Avete in programma un pranzo in famiglia o qualcosa di diverso, tipo questo?
Come dite, i pacchetti erano pochi e per la maggior parte vuoti? Peccato, forse l'anno prossimo andrà meglio, ma anche no.
In ogni caso, neanche altrove son tutte rose e fiori, direi: in Russia, per dire, hanno fatto passi da gigante nella rincorsa all'occidente, e la vecchia barzelletta dell'era sovietica non fa davvero più ridere.   Ma come quale? Questa: "Cosa fa il capitalismo? Corre verso la rovina. E cosa fa il comunismo? Vuole superare il capitalismo".  Vero che non fa ridere?
Per rovinare il Natale a qualcuna c'è anche questa storia, in effetti, che ci auguriamo riguardi poche delle nostre affezionate lettrici. Questa, invece, è così tanto natalizia che sembra inventata, ma inventata bene.

24 dicembre 2011

Gnoccarella


Oggi parliamo di gnocchi: d'altronde è sabato, ci sta, come si dice. Per la precisione, di gnocchi di patate gratinati.
Su internet troverete centinaia di ricette, sotto i nomi più fantasiosi ed evocativi, ed accomunati dalla particolarità di cominciare dalle patate crude.  Credo di avervi già spiegato come la penso, visto che se ho bisogno di una camicia nuova non mi metto certamente a seminare il cotone.
Quindi gnocchi di patate al banco frigo del supermercato, e vanno benissimo, per quattro persone ne serviranno 750 grammi, così come serviranno due etti e mezzo di emmentaler svizzero (per favore, anche se costa meno non comprate quello francese o quello bavarese), una confezione di besciamella  da duecento grammi, un po' di parmigiano grattugiato e un po' di burro.
Per prima cosa, cuociamo gli gnocchi: ci vuole poco, sono pronti in uno/due minuti e si capisce che sono cotti quando vengono a galla.

22 dicembre 2011

Rassegna riflessiva di fine anno

Non so se è una cosa mia, o se anche voi avete la stessa sensazione, ma a me pare che - da quando il caravanserraglio del precedente governo ha finalmente tolto il disturbo - la bolla di esasperazione, grida, strepiti e titoloni si è sgonfiata di colpo, lasciando orfani di identità tutti i vecchi protagonisti, giornali compresi.

Nelle ultime settimane, infatti, sfoglio i giornali e trovo notizie di cronaca, politica ed economia, ma senza che nessuna necessiti di essere sparata a carattere di scatola rosso grassetto su tutte le prime pagine. E mi sembra che però i nostri quotidiani non sappiano bene come gestire la cosa, e brancolino a metà strada fra quello che erano e quello che dovrebbero essere.

20 dicembre 2011

La rassegna di Eva con qualche certezza e tanti dubbi

Siamo ormai nella settimana che precede al Natale, ve ne siete accorti? Chi ci fa il film direi che per ora c'ha sbattuto col muso, segno dei tempi o un'incalzante "ma anche basta"? Vedremo a fine stagione.
Intanto una cosa è certa: è morto il caro leader, il Grande Uomo, disceso dal Paradiso (e difficilmente ci risalirà), se volete qui trovate tutti i titoli del dittatore Kim Jong - Il.

18 dicembre 2011

La crisi se ne va passeggiando per il mondo - La rassegna stampa (internazionale) di Eva

In questa domenica ormai natalizia vorremmo raccontare solo belle notizie, ma non è possibile (non è mai possibile, purtroppo), quindi cominciamo subito con una notizia cattiva e con un'altra pure brutta.
Poi ci sarebbe anche questa che non sapremmo come catalogare, ma che ci sembra la dimostrazione che la distanza è una opinione; visto quello che si dice dall'altra parte dell'Oceano Pacifico, noi ci staremmo attenti.
Già: tra l'altro, cosa avranno da ridere questi qui?
Anche perché c'è una notizia che non avremmo voluto leggere: addio, Cesaria, ti ricorderemo anche così.
Noi siamo certamente contenti per questo, sia ben chiaro, ma sia del pari chiaro che su questa cosa qui abbiamo delle perplessità, ricordate?
Quasi senza accorgercene siamo arrivati alla nostra eterna cronaca italiana; e quindi continuiamo su questo tenore, visto che ci siamo.
La situazione economica è grave, indubbiamente,

17 dicembre 2011

Mica scema la bistecca


Penso che siamo tutti d'accordo nel dire che la fettina o la bistecchina buttata nella padella antiaderente, qualche minuto per parte e poi nel piatto, è una delle cose più deprimenti che si possano mettere in tavola.
Anche quando si è da soli e non si ha voglia di preparare una sella di vitello principe Orloff o uno Stroganof ritengo che ci sia una sorta di obbligo morale a non lasciarsi andare così.
Quindi bistecchina sia pure, ma con qualche semplice accorgimento che vado ad illustrare, con la premessa che io ho da ultimo utilizzato una lombatina di maiale, ma vanno bene anche bistecchine e fettine di manzo o vitello, adeguando i tempi di cottura.
Goccio d'olio nella padella e spicchio d'aglio fino a che non diventa scuro, e a quel punto lo togliamo e mettiamo la fetta di carne che spruzziamo con un mezzo bicchiere di vino bianco; quando il vino è evaporato, giriamo la carne ed aggiungiamo un paio di pomodorini interi ed un po' di prezzemolo.
Ora non ci resta che abbassare la fiamma, salare (poco, mi

13 dicembre 2011

La rassegna di Eva confusa, prudente e smarrita

Abbiamo ancora negli occhi le immagini della manifestazione di domenica, che all'Eva che scrive ha fatto uno strano effetto, aveva un sapore di stanco, già visto e forse anche la sensazione di un tempo sbagliato, come un fuori sincrono in un doppiaggio o in un play back, come di un mancato aggiornamento, perché non aveva più l'urgenza che si avvertiva il 13 febbraio, perché questo è il momento in cui tutti dobbiamo stare dalla stessa parte, lottare ogni giorno, tutti i giorni.
Non c'è dubbio che la notizia che più ha tenuto banco è questa, che ha scatenato numerosi discussioni:
1) la famiglia, il primo nucleo in cui tutti dovremmo sentirci sicuri e felici è, purtroppo, ancora una volta teatro della peggiore mentalità bigotta, e la vergogna come supremo sentimento da affiancare al senso di colpa;
2) la spedizione punitiva che è seguita dopo l'accusa "ai rom" come se fosse una patente che dava il diritto a colpire un obiettivo decisamente semplice e individuabile, non possiamo negarlo, e questo è impressionante e indecente, dobbiamo farci i conti, sarebbe successa la stessa cosa se lo stupratore fosse stato italiano? Si chiama razzismo, che in questo paese in molti rappresentanti delle istituzioni hanno più volte cavalcato quando non addirittura inneggiato e sbandierato con orgoglio.
E' una storia in cui perdono tutti, e viene da chiedersi come sia difficile agire in un contesto così degradato dove nessuno abbia avuto la possibilità di intervenire PRIMA con i servizi sociali, o attraverso il ginecologo che invece si prestava a queste visite compulsive.

12 dicembre 2011

Quando l'Italia perse l'innocenza

Quel pomeriggio del 12 dicembre del 1969 la bomba nella Banca nazionale dell'Agricoltura non uccise solo  Giovanni Arnoldi, Giulio China, Eugenio Corsini, Pietro Dendena, Carlo Gaiani, Calogero Galatioto, Carlo Garavaglia, Paolo Gerli, Vittorio Mocchi, Luigi Meloni, Mario Pasi, Carlo Perego, Oreste Sangalli, Angelo Scaglia, Carlo Silvia, Attilio Valè, Gerolamo Papetti.
Uccise il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, che se fosse rimasto a casa sua non sarebbe volato giù dalla finestra della Questura di Milano, dove tra l'altro non avrebbe dovuto trovarsi; anche per le poco garantiste norme dell'epoca, erano scaduti i termini del fermo di polizia di quarantotto ore, e avrebbe dovuto essere a casa o a San Vittore.

11 dicembre 2011

La crisi è simile a un cerchio nell'acqua - La rassegna stampa (sobria) di Eva

Dall'altra parte del mondo arriva la notizia con cui apriamo la rassegna stampa di questa domenica mattina, con i negozi aperti ed il Natale che incombe: Sono Pazzi Questi Australiani? A proposito di negozi, di regali e di Natale, fate attenzione a cosa comprate, anche se a me non verrebbe mai in mente di fare una spesa del genere; anni fa, me lo chiese una persona per me molto importante ma io me la cavai con un libro.
A proposito di pazzi (e non di regali), sembra che neanche in Italia scherziamo però, voi che dite?
Nonostante tutto, per molti è ancora qui Lamerica, e questo ci dovrebbe suggerire qualche riflessione, tipo che potrebbe andare peggio, magari piovere, ricordate? Però potrebbe andare meglio; ora che sappiamo tutto della manovra - ci eravamo lasciati la settimana scorsa in trepidante attesa (e con l'occasione grazie a tutti voi, siete accorsi numerosi) - ci siamo resi conto del motivo per il quale non ci hanno lasciato votare. In effetti, nessun partito poteva decentemente proporre un programma del genere: date un'occhiata qui, magari, per averne conferma.  Ma c'è ancora tempo per scoprire cosa ci pioverà tra capo e collo, mentre chi può vota con i piedi: non nel senso che vota male, in un altro senso.

10 dicembre 2011

Il destino di un formaggio

In principio era la scamorza alla brace offerta da alcune pizzerie in alternativa al crostino, poi abbiamo scoperto il fiore sardo alla piastra, scegliendo tra le tante specie di pecorino offerte dall'isola.
Ma l'evoluzione non conosce limiti, e leggiucchiando qualche libro di ricette, di quello che invadono ormai gli scaffali delle  librerie, ho trovato un'altra versione, decisamente interessante.
Si tratta di un ricetta siciliana che mi sono permesso di adeguare alle disponibilità del mio frigorifero utilizzando un paio di spicchi di formaggio di capra.
Ho cominciato facendo scaldare appena appena e a fuoco dolcissimo l'olio in una padella antiaderente, con l'aglio ed una punta di peperoncino; intanto ho tagliato gli spicchi per ottenere delle fette di spessore omogeneo ed ho eliminato la scorza.  Non appena l'olio ha cominciato a sfrigolare ho posato molto delicatamente il formaggio nella padella, e l'ho fatto andare per cinque minuti da una parte e cinque dall'altra: il tempo di cottura dipende ovviamente dallo spessore del formaggio e dalla consistenza, un pecorino stagionato dovrà restare sul fuoco più di una caciotta fresca, ma possiamo dire che quando l'olio comincia ad essere sporcato dal formaggio che fonde siamo quasi arrivati.
A questo punto ho alzato la fiamma per lasciar formare, da una parte sola, una crosticina, e l'ho messo in tavola bollente, bagnandolo con una parte dell'olio.  
Ci sta bene un bel Corvo Rosso di Salaparuta, o magari un Nero d'Avola, e non dimenticate il pane, magari quello siciliano impastato anche con le patate.

6 dicembre 2011

Minimo discorso sui massimi sistemi

Ultimamente mi è capitato di leggere di alcune morti, o meglio di suicidi, assistiti o meno. Quelli che fanno notizia sono di personaggi noti, quando si tratta di Lucio Magri, si può pensare che si tratta di personaggio che ha fatto delle scelte estreme nella sua vita e così ha fatto con la sua morte.
Oppure se si legge di Mario Monicelli  si può pensare che sia comprensibile per un intellettuale come lui.
Come è comprensibile nel caso di un artista come Luciano Franceschini.
Ma quando è qualcuno "normale", qualcuno come noi a decidere di togliersi la vita? La tentazione è mettere l'etichetta di "insano" per non doversi confrontare con questo gesto, che forse di insano non ha nulla ma che certo è estremo. Più facile volare alto e discutere di artisti ed intellettuali, insomma di gente diversa, che sta fuori dal rassicurante cerchio in cui ci si trova fra simili.

Rassegna stampa informativa e urgente

L'Eva che scrive oggi ha la testa piena di immagini e parole, e proprio mentre si mette davanti al suo laptop per iniziare una rassegna stampa degna di questo nome, inizia la diretta dal Parlamento, si chiede la fiducia sulla manovra. Si fa appello all'Italia "seria ed europea" a uno sforzo grande e urgentissimo, e all'orgoglio nazionale. 
Il Professore in Parlamento richiama l'attenzione degli "scolari" deputati e infonde fiducia. Però...c'è di sicuro qualche però. 
I costi saranno alti, e ci sono dei vuoti che si spera siano dovuti solo al poco tempo avuto a disposizione, ricordiamoci che il governo è in carica da diciotto giorni, si può fare meglio e di più, speriamo che il buon senso aiuti a riempire le tante lacune su evasione fiscale ed equità, e che anche l'Europa reagisca responsabilmente.
E mentre siamo tutti concentrati a capire come e se ne usciremo vivi da questa tempesta perfetta, chi era prima al Governo gioca a chi la spara più grossa. Non ci piace tanto questa la manovra, di sicuro non si esulta, siamo a rischio recessione, ma ci piace ancora meno questo massacro delle istituzioni, come se  i rappresentanti della Lega, benchè verdi, provenissero da un altro pianeta (che non esiste) e non ci piace che dal noto "pulpito" si blateri di equità, quando basterebbe questo.
Se diamo un'occhiata al resto del mondo, in Russia Putin vince ma, come si dice nel calcio, non convince, si temono brogli e qui, in Siria ci chiediamo cosa si aspetti ancora.

4 dicembre 2011

Un bacio, lungo come la mia manovra - La rassegna stampa (equa) di Eva

In questa mattina di dicembre, dopo che ieri qui a Roma si sono alternati sole e pioggia, siamo semplicemente in attesa di sapere quello che il Governo ci cucinerà per il prossimo futuro, ma un giro d'orizzonte lo facciamo ugualmente.
Possiamo cominciare da qui, per esempio, per ricordare che in Italia si muore ancora di febbre altissima, e non è una bella cosa.
Poi ci sarebbe questa storia, che conferma come studiare è veramente utili, o questa, che dimostra che internet a qualche cosa serve.
La bolletta dell'ENEL è troppo elevata? Non per questo signore, che è comunque preferibile a quest'altro, secondo noi.

3 dicembre 2011

La compagnia dell'agnello


Ovviamente dipende dalla stagione, in genere si mangiano a Pasqua, ma ormai si trovano quasi tutto l'anno, un ristorante di cui sono cliente propone addirittura quello della Nuova Zelanda, e non è precisamente a chilometri zero, ma tant'è.
Sto ovviamente parlando dell'agnellino di latte - a Roma si dice abbacchio - o anche capretto molto giovane, altrimenti prende un gusto veramente troppo forte.  E se avete problemi etici, senza rancore, ci vediamo la settimana prossima.
Se state ancora leggendo, vi suggerisco invece una semplice cottura anche di un agnellino non troppo giovane che possa in qualche modo dominarne il sapore.
La coscia,fatta tagliare dal macellaio (non provate neanche a farlo a casa) come per preparare degli ossibuchi, è indubbiamente la parte con più sostanza, e quindi la più indicata.
Ungete con una certa generosità la placca del forno di olio extra vergine di oliva e poneteci sopra le fette di carne, condite con poco sale, pepe, prezzemolo ed aglio; negli spazi liberi, ancora qualche spicchio d'aglio e patate tagliate a fette abbastanze grosse, diciamo a quarti.
Forno a 180 gradi (senza grill) ed un'oretta di pazienza, con la precisazione che la placca dovrà essere posta piuttosto in basso nel forno, altrimenti si rischia di dar fuoco a tutto il pranzo.
Godetevelo con un buon rosso dei Lazio: vi assicuro che esistono, a cominciare dal Cesanese del Piglio, che però è difficile da trovare nella forma tradizionale, con la punta di pepe.

1 dicembre 2011

Rassegna sconcertata che si consola con la Nutella

Stamattina, mentre si lavava i denti (momento quotidiano che si rivela sempre misteriosamente fecondo per i pochi neuroni in suo possesso), l'Eva di turno pregustava il momento in cui si sarebbe apprestata a redigere la sua prima rassegna d.B. (dopo B.) e per celebrare degnamente una tale importante giornata ha persino pucciato la Kinder Brioss nella Nutella (libidinosissimo).

Dopodiché ha affrontato la sua giornata (rimpiangendo la Nutella quando stuzzicava le insipidissime gallette di mais in ufficio), si è occupata delle sue solite incombenze e alla fine si è seduta davanti al pc per regalarsi un momento indimenticabile. E ha dovuto correre in cucina a prendere il barattolo di Nutella per non precipitare nella disperazione.

Ma le notizie in questo Paese non migliorano mai?