A un certo punto della sua vita, Steven Spielberg ha smesso di essere semplicemente Steven Spielberg e si è trasformato in una muta-forma che ogni volta non sai cosa tirerà fuori. Un filmaccio conservatore, latentemente razzista e pure un po' imbarazzante tipo la Guerra dei mondi o Munich, oppure una roba straziante come A.I. o magari un gioiellino perfettamente riuscito come The Terminal?
L'unica certezza è che un film ogni tot parlerà di guerra: anni fa Spielberg ha scoperto il tema e ha deciso che gli piaceva. Dopo aver approfonditamente proposto in diverse narrazioni la Seconda guerra Mondiale, il vecchio Steven si è accorto che c'era pure la Grande Guerra, e ha deciso di concorrere all'Oscar (lui è come Eastwood, capita proprio di rado che non ottenga candidature) con la storia dell'amicizia fra un uomo e un cavallo, War Horse, tratta dall'omonimo racconto per bambini di Michael Morpurgo.