31 maggio 2011

Rinascita




Se dovessi definire il senso di queste elezioni non potrei farlo se non con questa immagine: la speranza, la rinascita, il sorriso. Niente ceroni, parrucchini, urla sguaiate, offese e attacchi alle donne e agli uomini che "tirano la carretta" e affrontano la vita quotidiana con il senso di responsabilità e il dovere civico di chi crede nella democrazia, nella correttezza istituzionale, nel diritto alla felicità. Nei toni bassi e nell'urlo del silenzio.

Se dovessi definire il senso e il significato di queste elezioni non potrei farlo se non con la voce di un compagno lontano, che ti chiama e ti fa gli auguri perchè "almeno lì ce l'avete fatta e siamo felici per voi".

Se dovessi definire l'emozione più grande di questi giorni non potrei farlo se non con le lacrime di mia figlia, 18 anni e l'attenzione e la gioia di ascoltare Umberto Eco. E, nello stesso medesimo modo, definirei emozione grande quel sorriso del prof. Onida in una metro affollata, mentre sorride e scruta il volto chiaro e pulito dei ragazzi avvolti nelle bandiere, colorati di rossetto arancione, sospesi e sorpresi dalla possibilità di vincere una battaglia impari.
All'arroganza e alla sfacciataggine delle donne "di potere" hanno risposto le donne normali, quelle che erano in casa a cucire le borse di Pisapia, le creative che hanno ribattuto colpo su colpo alle cattiverie e ai colpi bassi.
E' stata la vittoria dell'ironia, della tranquillità, della creatività. E' stata la vittoria di chi crede che un futuro migliore passi attraverso persone che non rincorrono gli avversari ma raccontano le proprie speranze, rimarcano le proprie idee, sussurrano a voce bassa nell'orecchio del proprio vicino, come in un gioco antico, la parola libertà. Fino ad arrivare all'ultimo della fila che ha ripetuto, in questo gioco del telefono senza fili, la parola libertà, diritti, uguaglianza, giustizia. Una fila lunghissima, che non si interrompe perchè noi, dalla nostra, abbiamo persone vere e non figuranti, donne vere e non manichini costruiti, gente che scende in piazza perchè ci crede e, soprattutto, gratis.
Scusate se è poco.

Rock 'n' Roses - La seconda storia

Non era una ragazza come le altre. Anche in quel tempo e in quel luogo: gli anni ’60 e la Factory di Andy Warhol, in cui non essere come gli altri era il requisito minimo per entrare. 

Di origine tedesca, nata nella Germania occupata dai nazisti (il padre morì in un campo di concentramento), il suo vero nome era Christa Päffgen. 
Il nome Nico le fu dato dal fotografo Herbert Tobias come tributo a un suo ex-amante, il regista Nico Patapakis. 

Prima cosa era bella, diafana, di una solarità oscura, Joan Baez cantata da Tom Waits. 
A dare un riflesso cupo alla sua bellezza era sia la voce, roca e sensuale, di un inglese con accento europeo, sia il fatto che era la cantante dei Velvet Underground. 

Rassegna stampa ventilata ed emozionata del 31 maggio - Abbiam smacchiato il giaguaro


Un cronista ordinario, un "rassegnista" regolare riporterebbe dati, numeri, impressioni e perchè no dichiarazioni ufficiali.
Milano e Napoli sono del centrosinistra; un risultato incontestabile quanto inaspettato quello di questo secondo turno delle elezioni amministrative 2011. Nella capitale del nord e in quella delle due Sicilie il popolo arcobaleno ha festeggiato fino a notte fonda la vittoria di Pisapia e De Magistris, di Zedda e Cosolini,  così come nei comuni minori i capovolgimenti di fronte saranno oggetto di riunioni di piazza, davanti al bar del centro, come si conviene nei migliori paesini da cui la Eva che scrive ha origine.
Ma noi, innanzitutto, prima di raccontare della splendida festa di Milano, vi ricordiamo che in un paese della provincia di Monza e Brianza ha vinto con un candidato a sindaco del Pd, una donna.
Rosalba Colombo è il nuovo sindaco di Arcore con il 56,65% dei voti. Il suo avversario, il sindaco uscente Enrico Perego, indietro al 43,34%. Il risultato è stato commentato a caldo dalla Colombo con queste parole: "Sono orgogliosa anche perché donna; mi impegnerò anche per una Giunta comunale almeno per la metà rosa." Il neo sindaco non tralascia un altro tema focale legato alla sua vittoria: "Ad Arcore vince una donna dopo che Arcore è stata per mesi simbolo di un'altra visione del mondo femminile."
Ebbene sì, perchè la roccaforte del bunga bunga cade su se stessa in mille pezzi, con la forza del contro vento. Arcore rimarrà simbolo del cambiamento in corso, ma la seguono a ruota Gallarate, Desio e Limbiate. 
Ma torniamo a Piazza Duomo, colma all'inverosimile e a perdita d'occhio per raccontare emozioni, risate, abbracci di gente che era lì a condividere il proprio diritto alla normalità, alla diversità, alla vecchiaia come alla gioventù. 
La festa è cominciata a Corso Buenos Aires, quando con due colleghe Eva ha dismesso i panni di seria e dimessa funzionaria statale per trasformarsi in trasgressiva e autoironica over50 tra centinaia di ragazzi arancioni, coloratissimi, puliti, dagli sguardi stupiti e la voglia di far festa. 
Non prima però di essere passata a ringraziare, da buona napoletana, la madonnina che piange e profuma di rose.  Dopo un lungo periodo di scongiuri e invocazioni con un gruppo di amici virtuali posizionati in strategici comuni italiani, il sogno si è avverato. 
Che dire? Improbabili Stormy Six con Stalingrado e altrettanto resuscitato Gianco. Urla del tipo "Piero piangi piangi" dirette a Fassino che sembrava spezzarsi (ma non spiegarsi) e un travolgente Umberto Eco. 
Per finire la nottata abbiamo avuto l'onore e il piacere di tornare a casa, in una metro super affollata, con il prof Onida. Di buon auspicio. Però, ci si consenta, un altro cambiamento l'abbiamo visto, almeno nel look.
Ci fa piacere un governatore meno formale, più easy, quasi vacanziero con la camicia a fiori e il pantalone viola. Gli è stata dedicata una pagina su Facebook. Potere dei social.