13 giugno 2011

Rassegna stampa anticipata del 14 giugno. Ma stiamo sul pezzo



Stavolta usciamo con un'edizione speciale. Due ore prima del 14 giugno ma, amici di Eva, non si può non esultare per il risultato raggiunto.

Per una strana congiunzione astrale, estremamente fortunata, la Eva che scrive può firmare quattro righe sulla vittoria della democrazia, ma soprattutto del popolo della Rete. Il referendum del 12 e 13 giugno sarà ricordato come la prima web-consultazione elettorale della storia italiana: internet infatti è stato nei mesi scorsi il campo di battaglia della sfida referendaria. Ora alla luce dei risultati, si conferma il fatto che i social network non sono soltanto uno strumento di svago, ma una realtà importante per smuovere la partecipazione democratica dei cittadini. Oggi, dal primo minuto dopo le 15, il web si è trasformato nel luogo della festa.

El mundo parla della Monumental bofetada la que ha recibido Silvio Berlusconi, que ya no podrá agarrarse a presuntos problemas de agenda para no personarse en las vistas de sus procesos penales. Más del 95% de los votantes en los referendos que se celebraron entre el domingo y este lunes ha decidido derogar la ley de "legítimo impedimento" que desde abril del año pasado le servía a 'Il Cavaliere' de escudo judicial y a la que el 'premier' se aferraba para no sentarse en el banquillo de los acusados por los cuatro juicios que tiene pendientes alegando que sus obligaciones como primer ministro le imposibilitaban a ello.

Noi Eviste conosciamo bene la potenza del web (non a caso la redazione delle Stanze è formata da amici di rete) e partecipiamo attivamente a "Democrazia 2.0", una forma di partecipazione diretta del web-cittadino alla vita politica. E così tutti a festeggiare, ovviamente recuperando in rete gli indirizzi.

E, a proposito di rete, blog e passaparola vi informiamo che esiste una rete antitalebani. Leggete qui:

Il Dipartimento di stato e il Pentagono hanno già speso almeno 50 milioni di dollari per creare una rete indipendente di telefonia mobile in Afghanistan, usando i ripetitori delle basi militari nel Paese. L'operazione è mirata a contrastare l'abilità dei talebani a spegnere le telecomunicazioni afghane ufficiali. Il governo americano, inoltre, sta finanziando la creazione di reti wireless nascoste per permettere agli attivisti di comunicare oltre la portata dei governi in paesi come Iran, Siria e Libia.

E poi...

Dopo Usa e Canada La «Marcia delle zoccole» è approdata in Europa, in Australia e in America Centrale. Centinaia di donne in minigonna e scarpe con tacchi vertiginosi hanno sfilato per le strade per protestare contro chi dà la colpa alle vittime di violenze sessuali per indossare vestiti troppo succinti. Le SlutWalk (marce delle zoccole) erano iniziate ad aprile scorso a Toronto dopo che un ufficiale della polizia aveva dichiarato che le donne dovrebbero evitare di vestirsi come «sluts», zoccole, per non essere violentate o molestate. Le proteste si erano poi diffuse negli Stati Uniti e, durante il weekend sono state organizzate a Città del Messico, a Matagalpa, in Nicaragua, e nella capitale dell'Honduras, Tegucigalpa. A Città del Messico donne e uomini hanno manifestato insieme portando striscioni con le scritte: «No vuol dire no»

E, per finire, una precisazione.

Sembra davvero incredibile, ma a quanto pare la storia di Amina, la bloggersiriana rapita pochi giorni fa, era una bufala! Mentre il mondo si commuoveva per la scomparsa di questa giovane ragazza, Amina Abdallah Araf, ecco che veniamo a sapere che in realtà Amina non esiste e non è mai esistita! In realtà Amina era Tom, uno studioso quarantenne americano residente in Scozia, che ha finalmente confessato la verità.
L’uomo, che con la notizia del rapimento aveva fatto preoccupare moltissime persone in tutto il mondo, non crede di aver fatto nulla di male: “Non credo di aver fatto male a nessuno – ha scritto sul suo Blog -. Ho creato una voce per problemi che mi preoccupano fortemente”.


Voi cosa ne pensate? Come ci si può fidare delle identità che nascono su internet alla luce di fatti del genere?

Noi però ci abbiamo messo la faccia, visitate la pagina dei componenti. Ci troverete tutti lì.

Anche la Legge sa parlare di sentimenti

Mi ha colpito questo articolo di Repubblica. La sentenza di cui parla potrebbe essere una di quelle definite storiche. Secondo la Cassazione “la convivente ha gli stessi diritti di una moglie”. Non male in un paese in cui i vari leader politici si riempiono la bocca di lodi per la famiglia “normale”, fatta da un uomo ed una donna sposati in chiesa, spesso con poca coerenza personale visto che chi più loda questa famiglia meno la pratica, ma questa è un'altra storia.
Tornando all'articolo sembra di leggere di uno scontro fra concezioni diverse, la Cassazione ha definitivamente chiuso una vicenda in cui una famiglia “normale” chiede che non vengano riconosciuti gli stessi diritti all'”altra” famiglia. Non voglio entrare nel merito specifico, le vicende personali sono sempre complesse e dietro ad un articolo stanno storie di persone e di vite e non è corretto farne argomento di conversazioni da bar o da blog.
Ma mi ha colpito come anche una sentenza possa parlare di sentimenti e possa farlo in un modo quasi poetico, perchè dire che un rapporto vale quanto un matrimonio “quando esiste una comunanza di vita e di affetti e di una vicendevole assistenza morale e materiale”  trovo che sia poesia. E che parli al cuore delle persone oltre che alla testa.

Si può fare



Coraggio, andate a votare.