3 giugno 2011

CSI m.d. Lost In Wisteria Lane - parte penultima

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L’equipe medica accorre intorno al capezzale, tutti si agitano, si muovono, gridano frasi sconnesse, mentre gli abitanti di Wisteria Lane si ritrovano nella sala d’aspetto con la telecamera che li carrella da lontano e una triste musica di sottofondo.
- Troppo tardi, non c’è più nulla da fare – dichiara House giocherellando con una pallina da baseball. – Caso incurabile di “Mancatoaccordusconproduttoris”.
- Basta! Io non posso più tollerare l’orrore quotidiano di questo lavoro. Mi dispiace, lascio. – E Sara se ne va dalla stanza, con le lacrime che le solcano il volto mentre gli sceneggiatori mandano in dissolvenza incrociata un po’ di materiale avanzato dalla sala di montaggio.
Grissom, l’uomo che l’ama, e che con lei è tornato a vivere i propri sentimenti e la propria umanità, devastato dal dolore della perdita siede discosto da tutti, a un tavolo d’angolo, intento a giocare a scarabeo con Hodge (avendolo scambiato per Hodges).
- Non possiamo lasciare che quanto appena accaduto ci distolga dalla nostra ricerca della verità, è il nostro compito, il nostro lavoro, il nostro scopo – dice Catherine, improvvisamente più giovane di cinque anni.
- Mi dispiace, miss, ma arriva un momento nella vita in cui nessuna giustizia può sostituire la propria – sorride Bree impugnando un lucidissimo Kalashnikov che ha appena estratto dalla borsetta. – Andiamo, Orson.