10 dicembre 2011

Il destino di un formaggio

In principio era la scamorza alla brace offerta da alcune pizzerie in alternativa al crostino, poi abbiamo scoperto il fiore sardo alla piastra, scegliendo tra le tante specie di pecorino offerte dall'isola.
Ma l'evoluzione non conosce limiti, e leggiucchiando qualche libro di ricette, di quello che invadono ormai gli scaffali delle  librerie, ho trovato un'altra versione, decisamente interessante.
Si tratta di un ricetta siciliana che mi sono permesso di adeguare alle disponibilità del mio frigorifero utilizzando un paio di spicchi di formaggio di capra.
Ho cominciato facendo scaldare appena appena e a fuoco dolcissimo l'olio in una padella antiaderente, con l'aglio ed una punta di peperoncino; intanto ho tagliato gli spicchi per ottenere delle fette di spessore omogeneo ed ho eliminato la scorza.  Non appena l'olio ha cominciato a sfrigolare ho posato molto delicatamente il formaggio nella padella, e l'ho fatto andare per cinque minuti da una parte e cinque dall'altra: il tempo di cottura dipende ovviamente dallo spessore del formaggio e dalla consistenza, un pecorino stagionato dovrà restare sul fuoco più di una caciotta fresca, ma possiamo dire che quando l'olio comincia ad essere sporcato dal formaggio che fonde siamo quasi arrivati.
A questo punto ho alzato la fiamma per lasciar formare, da una parte sola, una crosticina, e l'ho messo in tavola bollente, bagnandolo con una parte dell'olio.  
Ci sta bene un bel Corvo Rosso di Salaparuta, o magari un Nero d'Avola, e non dimenticate il pane, magari quello siciliano impastato anche con le patate.