9 agosto 2011

Rassegna stampa pornopolitica del 9 agosto

I pochi lettori della Eva che scrive hanno ben chiaro che le rassegne stampa di Marela sono sui generis, dettate più da una parola chiave che da un tempo. 
Siamo tutti abituati a spulciare in rete, a inserire tra "i preferiti" i giornali on line che battono le notizie in tempo reale, con aggiornamenti che talvolta rasentano il voyeurismo. Viviamo guardando nel buco della serratura degli eventi e talvolta dimentichiamo che l'informazione ci viene propinata e si riduce alla notizia e alle sue conseguenze. Le conseguenze diventano esse stesse notizia e noi crediamo di essere informati solo perchè conosciamo le notizie. Illusione? Si, siamo tutti prigionieri degli effetti. 
Ci sono dei filoni di notizie che troviamo in ogni rassegna stampa (non casalinga come la nostra) e una semplice googlata riporta le altre 3421 notizie sul medesimo argomento pubblicate nell'ultima ora. E sull'onda del "mi piace" si diffondono nel mare magnum delle centinaia di amici di rete. 
“Le storie di sesso e politica sono come il Tour de France. Vanno seguite”. Sostiene un ragazzo francese sulla sua bacheca facebook . 

Niente è per caso, neanche un viaggio oltreoceano

In una testa giornalistica, una delle tante presenti in Italia, mi sono imbattuta in questo articolo e la mente mi ha riportato in un paese oltreoceano, dove di donne col burka camminano per strada e addirittura vanno ad un parco giochi.
Prendiamo uno stato, Singapore, aggiungiamo una sorella, la propria che vive lì da gennaio, e concludiamo con un viaggio per andare a trovarla. Gli occhi dell'eva che scrive si sono colmati di visioni femminili. Tante Eve esotiche che riempivano le strade di questa città stato. Varie etnie, differenti modi di vivere.  Cosa mi ha colpito di questo mondo femminile oltreoceano? La nobiltà delle donne indiane, che a ragione definiscono le piu belle al mondo. Non quelle giovani, ma le anziane, con poche rughe in volto a dimostrare una saggezza del vivere, con le lunghe trecce, i sari colorati e l'eleganza nei modi. Lo sguardo fiero  di chi ha il peso di una tribù familiare addosso e riconosce nella compostezza dei modi il segreto di una lunga vita. Poi le gambe lunghe e la scioltezza nel vivere delle adolescenti asiatiche. Ricercate per un mistero sessuale che le circonda. Le ragazze arabe. Quelle col burka. Si ne ho viste e molte. Ma due di queste mi sono rimaste negli occhi.
Sentosa, una sorta di isola- Parco dei divertimenti. Ero li davanti una fontana a farmi immortalare in una foto ricordo, e invece ho bloccato io in una immagine una ragazza col burka che sorridendo si faceva fotografare dal marito. Mano nella mano hanno proseguito il loro giro. Lui alle spalle aveva uno zaino. Ho pensato: per sapere della loro condizione di vita bisognerebbe parlare con loro, una per una, per renderci conto di cosa sia davvero la loro vita. E neanche in tal caso si riuscirebbe ad afferrare la sfumatura del loro vivere coperte da un velo. Ma l'altra donna in burka è quella che con la sua energia e regalità mi ha impedito di fotografarla, bloccata dal suo avanzare. Coperta capo a piedi dal burca, tacchi alti ai piedi, e mani coperte dai guanti. Onde evitare che un lembo di pelle potesse essere esposto allo sguardo altrui. Avanzava solenne accompagnata dal padre o dal marito per le stradine del quartiere arabo. In mano l'Iphone. E io da donna occidentale in un paese, Singapore con cittadini occidentali, in pantaloncini corti e top mi sono sentita a disagio. Fuori posto. E da qui ho capito che per quante opinioni possiamo avere in merito scaturite da conoscenza e informazioni a riguardo, solo il nascere in determinati contesti può dare la giusta misura di una condizione del genere. E che la violenza che a volte caratterizza queste culture è la stessa che ricopre la quotidianità nei paesi occidentali. E in tal caso, a mio avviso, l'ignoranza del vivere prescinde religione, nazione o stato sociale. Ecco cosa ho pensato guardandola. 
Ricca di questo nuovo pensiero, ho fatto tesoro dell'esperienza avuta. E umilmente ho diretto la mia macchina fotografica verso il cielo azzurro di Singapore.