1 luglio 2011

Lo sapevamo, non è un Paese per donne. O forse sì


Allora, avevamo letto qualcosa in giro per la rete, e ci siamo messi in contatto con la fonte.
L'Istituto Neurologico Carlo Besta ha recentemente presentato i risultati finali di una ricerca, svolta su un campione nazionale, su "Funzionamento e Disabilità negli Stati Vegetativi e negli Stati di Minima Coscienza".
Per chiarezza, lo Stato Vegetativo è una condizione clinica che insorge dopo uno stato di coma causato da un evento acuto (trauma, ictus, anossia cerebrale, ecc.) ed è caratterizzato da mancata coscienza di sé e mancata consapevolezza dell’ambiente circostante, assenza di qualunque gesto volontario e finalizzato di tipo spontaneo e di risposte motorie, verbali e comportamentali a stimoli di diversa natura (visivi, uditivi, tattili o dolorosi), assenza di comprensione o produzione verbale, intermittente vigilanza che si manifesta con la presenza di cicli sonno-veglia (ad es. periodi di apertura spontanea degli occhi), sufficiente conservazione delle funzioni autonomiche tale da permettere la sopravvivenza con adeguate cure mediche, incontinenza urinaria e fecale ed infine variabile conservazione dei nervi cranici e dei riflessi spinali: insomma dalla completa perdita della coscienza di sé e della consapevolezza dell’ambiente oltre ad altre condizioni più strettamente tecniche, che non abbiamo capito e quindi vi risparmiamo; lo Stato di Minima Coscienza è invece una condizione clinica caratterizzata da una grave compromissione della coscienza nella quale, tuttavia, possono essere individuati comportamenti finalizzati, volontari, inconsistenti ma riproducibili, a volte mantenuti sufficientemente a lungo, non configurandosi così come comportamenti riflessi. Lo stato di minima coscienza può presentarsi dopo un coma o può rappresentare l’evoluzione di un precedente stato vegetativo; relativamente alla durata, lo stato di minima coscienza può essere presente per un breve periodo o può perdurare per un tempo più o meno protratto o indefinito fino alla morte del paziente.
Obbiettivo del progetto era raccogliere dati per l’identificazione del funzionamento e della disabilità dei pazienti in tali stati, di rilevare i bisogni di coloro, quasi sempre familiari, che assistono i pazienti, e di valutare il carico assistenziale degli operatori del settore.
Qui in redazione, ahimè, non ci sono specialisti in materia, ma ci ha colpito una parte della ricerca, e precisamente lì dove si apprende che sul campione di 487 “caregiver” (coloro che assistono i pazienti) <-- !more! -->il 70% è di genere femminile e il 56% di età media oltre i 50 anni. Sul piano occupazionale, ci sembra importante sottolineare che il 49% lavora, il 24% è pensionato e il 23% casalingo, e che la grande maggioranza dei "caregiver" di pazienti adulti in Stato Vegetativo o di Minima Coscienza dichiara di aver ridotto tutte le attività nel tempo libero rispetto a prima dell’evento acuto del proprio caro. Per quanto riguarda l’impegno temporale profuso da ciascun caregiver per la cura del paziente, il 55,5% ha dichiarato di dedicarci più di tre ore al giorno, di cui il 22% tra le 4 e le 6 ore quotidiane, il 12% oltre le 6 ore al giorno. La maggior parte dei caregiver dei minori, invece, dichiara di prestare assistenza continua 24 ore al giorno. Il 29% dei caregiver dichiara di dedicarsi alla cura del paziente perché si sente il più adatto a farlo, il 14% perché non c’è nessun altro, e tra le risposte più frequenti, nel 37% indicato come “altre motivazioni”, molti hanno risposto che si occupano del loro caro per amore.

E noi proprio qui volevamo arrivare.
Insomma, considerato che poche regioni, principalmente del Nord e Centro Italia, hanno strutture specialistiche dedicate, il peso dell'assistenza - nonostante tutte le chiacchiere sullo Stato Sociale che non viene smantellato e sulla sussidiarietà - sembra proprio, guardate un po', continuare a gravare sulle donne.


Vogliamo cominciare a fare qualcosa per cambiare questa situazione?

Azienda licenzia solo le lavoratrici

La notizia l'avrete letta in tutte le salse e in tutti luoghi, qui compreso.
Quello che speriamo vi siate invece risparmiati sono i commenti dei lettori del corriere.it, specie la minoranza (ma nemmeno troppo esigua) a favore della decisione presa dall'azienda, un'approvazione sostenuta con argomenti che vanno dal cavernicolo al rozzo all'ignorante passando per il ridicolo.
Siccome questo blog è anche un po' un servizio sociale, abbiamo deciso di offrirvi una selezione dei più disgustosi, tristi e abietti.
Avremmo voluto fornirvi anche un servizio di traduzione di tali perle in italiano corrente, ma - come capirete leggendo - si trattava di un'impresa titanica.

Rassegna stampa di un'Eva che vorrebbe sentirsi leggera

Gli eventi di questi ultimi giorni sono particolarmente pesanti, difficili da digerire, le cattive notizie imperano e anche il gossip più lieve parla di amori finiti, di tradimenti, di inganni.
Non parliamo della politica, del sociale, del vissuto di ogni giorno che ci trova a combattere, esauste ma non dome, sempre contro gli stessi mulini a vento, apparentemente inamovibili.
Ma noi sappiamo che non è così, sappiamo che costanza e forza morale sono le nostre armi, che la nostra dignità non ha prezzo e che continueremo a lottare per un mondo migliore e più "uguale".
Però... prendiamoci una vacanza dai temi seri e che ci procurano i mal di stomaco che ci piegano in due e rilassiamoci un poco.

Boom di sesso virtuale per il popolo del web. Pare che l'estate favorisca il fenomeno.
In realtà il web favorisce quell'insieme di elementi che formano la rappresentazione di come vorremmo essere e che propiniamo agli altri e fa sì che gli altri, nella nostra stessa condizione, si innamorino di qualcuno che non esiste.
Della proiezione di un desiderio di sè.

Un giorno da pecora... ecco il video della lite fra due soggetti estremamente eterogenei... Lidia Ravetto ed il Mago Othelma.
A riprova che nulla è impossibile su questa terra ed in particolare nel nostro bananiero paese. Guardarlo è tristemente divertente.