A questa ricetta occorre una premessa: sono perfettamente conscio della divisione filosofica tra cotoletta alla milanese e fettina panata romana: a casa mia, dove non siamo assolutamente milanesi, comunque, si è sempre parlato di cotoletta per indicare la fettina panata.
Qui però suggerisco una cosa completamente diversa, che non è fritta nell'olio o rosolata nel burro: la facciamo al forno.
Sempre per le solite quattro persone, servono quattro belle fette di vitello o di maiale, due uova, parmigiano, pangrattato e una tazzina da caffè di latte per la panatura e prosciutto crudo e formaggio emmenthaler o simile.
Per la panatura preparate una frittata - sì, proprio così - con le uova ed il parmigiano aggiungendo il latte goccia a goccia fino a che non sarà sufficientemente liquido il composto; poi passate le fettine di carne nell'uovo, nel pangrattato, ancora nell'uovo e ancora nel pangrattato: si chiama doppia panatura, e rende gonfia ed appetitosa anche la carne più sottile.
Foderate la placca del forno con un foglio di carta da forno (e che altro?) e metteteci sopra la carne; su ogni fetta, un cucchiaino d'olio, una fettina di formaggio ed una di prosciutto, in quest'ordine. Poi, dieci minuti nel forno tradizionale a centottanta gradi, e senza grill, per favore: vi accorgerete che non ci sarà neanche bisogno di lavare la placca, e le cotolette saranno comunque gustose.
Provate a berci sopra un lambrusco vivace: in fondo questo è un omaggio quasi dietetico alle cotolette alla bolognese.
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