25 agosto 2011

Le amiche della sposa

Esce anche in Italia "Le amiche della sposa" (Bridesmaids), scritto e interpretato dalla Saturday Night Liver Kristen Wiig.
Promossa e venduta come la risposta femminile alle commedie volgarotte e testosteroniche genere Una notte da Leoni, non poteva che attirare l'attenzione dell'Eva cinefila in cerca di qualcosa di poco impegnativo con cui riempire una rarissima serata estiva casalinga.


Il film comincia discretamente bene, con un buffo amplesso prolungato e sfiancante fra la protagonista e Jon Hamm, meglio noto ai più come il Don Draper di Mad Men. La Wiig nel ruolo di Annie è abbastanza impacciata e sfigata da conquistare subito le simpatie del pubblico, e quando passa davanti alla sua pasticceria, che la recessione l'ha costretta a chiudere, l'Eva che scrive ha un momento di totale e completa immedesimazione.

L'introducing number dei personaggi , però, comincia ad andare troppo per le lunghe, e dopo mezz'ora la storia vera e propria non è ancora iniziata (spettacolare differenza rispetto a Super8, per citarne uno recente, che in meno di 4 minuti ha descritto antefatto, psicologia del luogo e dei comprimari principali). Finalmente l'amica del cuore annuncia il fidanzamento e presenta la protagonista alle altre damigelle, tra cui la perfettissima, ricchissima, fighettissima Helen.
Ovviamente, Annie è in bolletta, senza lavoro e casa e, nell'ottemperare ai propri compiti di damigella d'onore, combina un disastro dopo l'altro, finché l'amica non la esautora per sostituirla proprio con Helen.

Ecco, la trama è più o meno tutta qui e se vi ricorda qualcosa è perché avrete visto per caso almeno una quindicinaia di film per la tv sullo stesso tenore. L'elemento di originalità dovrebbero essere le sequenze dei pasticci di Annie, che a un certo punto comprendono anche un'intossicazione alimentare di tutte le damigelle dentro l'atelier di alta sartoria e una fontana di cioccolato fuso a grandezza naturale.
La maggior parte delle recensioni erano entusiaste, si parlava di una nuova svolta nel filone delle commedie americane, si incensava il personaggio over-size in dimensioni e carattere di Melissa McCarthy, si citavano scene ad alto rischio di soffocamento dalle risate...
Sarà colpa dell'Eva che scrive, ma nel film non abbiamo trovato niente di tutto questo, anzi: il livello di scrittura è basso e superficiale, con un'analisi delle relazioni fra i personaggi da fiction italiana; le sequenze volgari non sono "coraggiose" fino in fondo, e si era visto ben di peggio già ai tempi di Tutti pazzi per Mary; l'amicizia fra Annie e Lilian è fasulla; lo sviluppo della storia è prevedibile; fra gli attori non c'è nessun tipo di alchimia.
Sorprende profondamente il successo che è stato tributato a questo filmetto, in qualche misura simile a quello ottenuto la stagione scorsa da I ragazzi stanno bene (che comunque era di gran lunga più riuscito).
Siamo così disperatamente in cerca di film che raccontino davvero le donne da innamorarci di qualunque pellicola le abbia come protagoniste, a prescindere dalla capacità di metterle a fuoco? 
Non ci siamo proprio.

Voto: La prossima volta mi rivedo una puntata a caso di 30Rock.

4 commenti:

  1. Non mi sorprende il successo del film: ci troviamo nel pieno di una guerra tra i sessi dove proprio le donne sono assai più volgari e sboccate degli uomini, Il vostro blog per esempio dimostra che non esiste affatto tutta questa distinzione tra i due generi (finalmente non si capisce chi è Adamo e chi è Eva e chi cucina e chi fa le recensioni dei libri). Nel film le donne fanno cose becere ed umilianti come i maschi: scappatelle serali, attacchi di diarrea, di vomito ed esplosioni isteriche, le donne non si risparmiano. Vogliono prendere il peggio dei maschi e farlo diventare femminile. Secondo me è un limite: le donne subiscono l'aggressività maschile perchè altre donne ne scimmiottano il ruolo e ne diventano inconsapevolmente alleate. Qualche volta consapevolmente cercano di usarli e ne rimangono schiacciate. A me il film piace.

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  2. Caro/a xserverante,
    hai ragione quando dici che molte donne hanno confuso la parità con l'assimilazione hanno assunto comportamenti "maschili" che la gran parte di noi si sarebbero volentieri risparmiate.
    Ma il film in questione non mi pare riuscire a puntare il dito su questo tema; mi sembra invece che usi il facile escamotage della volgarità grossolana per ovviare alla carenza di idee narrative, con l'aggravante di avere un cast che non riesce a rendere veramente divertente quel tipo di scene.
    Se hai visto "Horribile bosses", avrai notato che lì invece le soluzioni più stupidotte funzionano proprio grazie alla presenza attoriale e che la velata denuncia sociale che sottende la storia non si perde mai del tutto.
    Le amiche della sposa, invece, vorrebbe cancellare lo stereotipo della donna angelica che non fa le puzze, mostrando la realtà di certe interazioni, ma per farlo superficializza rapporti di ben altro spessore nella vita reale. Una migliore amica che ti impedisce di essere sua testimone/damigella d'onore perché sei in bolletta e ti incasini, non è una migliore amica, punto. Questo a prescindere se nell'atelier vomiti o scoppi in lacrime commosse.

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  3. Ho visto il film che citi e l'ho trovato comico, non sguaiato, ben ritmato. Non è le amiche della sposa ma entrambi invitano a riflettere su come i maschi usano le donne. Possono blandirle, costringerle (le amiche della sposa) a scimmiottare se stessi, solo per mantenere un potere che non vogliono perdere. In horrible bosses è lei che riesce ad avere l'ultima parola. Ma a che prezzo? Quale prezzo pagano le donne per avere visibilità?
    Per vivere felici bisogna ammazzare il capo (horrible bosses). Mi è piaciuto le amiche della sposa perchè è la risposta americana ai nostri cinepanettoni. Il trash da risposte più semplici dei film d'autore. Pierino mi piaceva perchè è tutti gli uomini come sono e non come vogliono apparire.
    Ciao SaraS, da donna a donna.

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  4. Un interessante spunto di riflessione quello del trash che dà risposte più semplici. Magari lo si può approfondire in un post apposito.
    Ci penso.

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