12 settembre 2011

L'emozione di quel primo post

...E io che mi sono proposta per una rubrica sulla creatività. 
Bella roba.
Che poi chissà cosa cavolo è questa creatività…
perché oggigiorno ti spacciano per figlia della creatività una cosa qualsiasi, meglio se di poco gusto, che poi ti senti scema tu e ti fustighi perché seri così tapina da non capire il messaggio espresso dall’opera in questione….in realtà avevi capito tutto: una ciofeca sotto mentite spoglie che ti vendono come opera di creatività.
Perché sono tutti artissssssssssssssssssssssssssssssti…
Per questo non ci capisco niente di arte moderna e avanguardie strane…mah. Rimango fedele al Merisi e tutta quella combriccola là, quella era creatività, era creazione. Creazione di qualcosa di immortale, che entra dentro, ti attraversa e ti dà un senso di infinito. Anche un ateo si riconcilia con la propria religiosità, a prescindere dalla forma che essa ha, davanti alla crocefissione di pietro o la madonna del Palafrenieri. Vai in estasi e non sai perché. Dire che la bellezza parla per loro è riduttivo…

Creatività e creazione sono poi termini fratelli, anzi sorelle tra di loro. Dai comunque VITA a qualcosa.

Credo che mediamente siamo tutti creativi, solo che a volte non lo sappiamo.
Credo che sia un peccato, la nostra creatività, la nostra creazione è quello che salvifica la nostra Essenza e ci eleva a uno stato di consapevolezza oserei dire spirituale, senza ricadere in discorsi religioso-new age.
Semplicemente (si far per dire), l’espressione di noi, incarnare noi stessi in noi estroflettendoci nell’atto di fare concretamente qualcosa, qualsiasi ci mette in contatto con noi stessi, con angoli remoti del nostro condominio interno sempre molto affollato, dove mediamente la situazione è modello assemblea fantozziana con tanto di mestoli e scolapasta in testa.

L’è dura…non ho detto che sia facile… spesso i “draghi” prendono il sopravvento e sono dolori…

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