14 ottobre 2011

Saltando con gli squali


L'altra sera ero - come sempre - tutta presa dal processo di annessione delle mie cellule epiteliali al divano, e nel frattempo mandavo giù la solita quantità imbarazzante di serie, quando mi sono accorta che proprio un altro episodio di Weeds non mi andava. 'sta quarta serie è diventata assurda, la trama ormai è troppo inverosimile, insomma abbiamo bellamente saltato lo squalo, e si sa che il jump of the shark è il punto di non ritorno.
Siccome è autunno e quindi un po' di malinconia è doverosa, siccome poi soprattutto l'altra metà di SaraS invece non ci pensa per niente a sospendere Weeds e quindi dovevo aspettare che finisse l'episodio, mi sono messa a ripensare a quante altre volte, in passato, ho abbandonato una serie e perché.

Non è capitato spesso, in effetti, anzi, il più delle volte ho resistito fino alla fine, ma la lieve irritazione sotto pelle per la sempre maggiore implausibilità, o la noia latente perché non si era riusciti a mantenersi al passo coi tempi, erano lì che tamburellavano insistenti. 



Capitò ovviamente con Happy Days, da cui deriva persino il modo di dire, ma che, personalmente, ha cominciato ad annoiarmi più quando se n'è andato Richie e Fonzie è diventato professore (Fonzie!) che non quando si esibivano in assurdi numeri di sci acquatico.

Capitò con Friends, quando ormai gli sceneggiatori non fingevano nemmeno più di farli andare a lavorare, e a qualsiasi ora del giorno li trovavi tutti e sei al Central Perk (lezioni appresa, per dire, da Happy Endings, dove il cuoco non è sempre con gli amici e le riunioni plenarie avvengono dopo il lavoro di tutti).


Capitò con Scrubs, quando esasperarono certe caratteristiche di JD rendendolo estremamente irritante, e non fecero la gran chiusura, cercando invece di conservare pubblico con una specie di Scrubs 2.0.



Capitò con Lost, alla terza stagione, quando divenne chiaro che gli sceneggiatori stavano completamente e totalmente contravvenendo al patto di reciproco rispetto con gli spettatori.


Capitò con Ugly Betty, che pure non si era mai fondata sulla logica più stringente e la verosomiglianza, ma a un certo punto divenne stucchevole, i personaggi smisero di crescere e si arrivò al finale tirato per i capelli e imposto dalla produzione che voleva chiudere in fretta.


Capitò quasi alla quarta stagione di CSI, quando l'atmosfera complessiva era diventata davvero davvero davvero depressa, pesante e tutto sommato noiosa, ma lì poi riuscirono a sterzare di nuovo, e la dodicesima in corso ha introdotto elementi piuttosto intriganti.


Non capita ovviamente con le serie italiane, perché quelle saltano lo squalo più o meno al secondo episodio, quando qualche poliziotto di buon cuore non rivela che il morto si è suicidato e lascia che la moglie possa ereditarne la polizza sulla vita, o le ASL sono posti meravigliosamente puliti, ordinati ed efficienti.





E voi? Quali serie avete mollato per sopraggiunta incompatibilità con gli sceneggiatori?

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