L'avvocato della discarica... qualcuno mi identifica in questo modo.
Mai definizione fu così "azzeccata", perché io mi sento esattamente così, un enorme buco pieno di cose inutili, forse pericolose!
So che c'è una mamma disperata che mi cerca, alla figlia hanno diagnosticato un cancro, la cui causa potrebbe essere ambientale.
Verrà qui, mi porterà una documentazione medica che certifica un male che ha una "firma", a cui potremmo anche dare dei nomi e dei cognomi.
Che dovrei fare io?
Che dovrei dirle? Le faccio vedere tutte le montagne di carte e documentazione che ho?
Le dico che per il resto del mondo è tutto in regola?
Che le leggi sono leggi e vanno rispettate? Anche se ci condannano a morte?
Che le analisi delle acque dicono tutto, ma non ci possiamo fare niente?
Che se il registro dei tumori partisse, oggi, in questo preciso istante, dati certi e inequivocabili li avremmo tra dieci anni?
Che ho sentenze che parlano di disastro ambientale, ma le persone che lottavano per sopravvivere nel frattempo sono già morte?
Che quando sono andata a parlare con "il grande capo" ha detto che "la Sari non si può chiudere"?
Ha detto così. Semplicemente.
Che alla Provincia di Napoli mi hanno detto che quella zona non si bonificherà mai?
Che cerco mi mettere insieme pezzettini di verità e quando sono vicina a completare il quadro qualche pezzo del puzzle non si trova?
Che se parlo con chi lotta per Serre, per Bagnoli, Acerra, Chiaiano, Pianura, per il Casertano martoriato, ha la mia stessa identica espressione?
Verrà una mamma e vorrà da me una risposta, per la giustizia immensa che merita la vita della figlia.
Io risposte non ne ho.
Ho solo una lunga serie di infinite domande!
(Maria Rosaria Esposito - Terzigno)
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