Gleeks in ascolto, siete pregati di non rispondere alla seguente domanda.
Lo facciano invece tutti coloro che si stanno chiedendo se per caso Gleek non sia un errore di battitura.
Conoscete Brittany?
No, non la tecnica di rimorchio di Barney,
il personaggio di Glee.
Non vi dice niente nemmeno così? La cheerleader bionda? Non quella che rimane incinta, l'altra? Quella che sta insieme al ragazzo sulla sedia a rotelle?
Esatto, lei!
Vi è tornata in mente vero?
Per quanti non avessero mai visto un episodio di Glee (com'è l'ADSL lassù al Polo Nord?), stiamo parlando per l'appunto di una delle cheerleader che l'insegnante cattiva "infiltra" nel Glee Club (il gruppo pomeridiano di canto formato per lo più dagli sfigati della scuola, però talentuosissimi) per mettere i bastoni fra le ruote al professor Schuester.
All'inizio parecchio riottose (sono le popular, loro), ovviamente col tempo scoprono di apprezzare l'ambiente e l'atmosfera del gruppo e bla bla bla.
Si tratta di una side-story molto laterale, ma - ripetete con me: siccome questa cosa è scritta dagli sceneggiatori-americani-santi-subito - contiene ugualmente una perlina di particolarità. E quella perlina si chiama Brittany.
Gli anni di dipendenza maniacale dalle serie tv (e una certa carenza di qualità sociali) mi hanno consentito di sviluppare tutta una serie di teorie su quel mondo, per cui, personalmente sono convinta che esista un signor Lawrence Armstrong, di mestiere sceneggiatore, che viene messo a lavorare sulla categoria "surrealtà e risata": Brittany è la sua più recente e finora meglio riuscita creazione.
Nelle prime puntate di Glee, a malapena ti accorgevi della sua esistenza. Era sempre discosta, laterale, solo un riempitivo di contorno a Quinn, che non poteva essere l'unica sodale della Coach Sylvester.
Di tanto in tanto, però, le mettevano in bocca una battuta o due, totalmente surreali, fuori contesto, implausibili, e col tempo il personaggio non ha assunto una tridimensionalità negata perfino ad alcuni dei front-guys della serie. Per dire: "Ho messo un top leggero oggi perché pensavo fosse estate! Nessuno mi ha mai insegnato a leggere un calendario."; "Tutti mi credevano in vacanza, ma in realtà questa estate mi sono persa nelle fogne."; "Non riesco più ad avere segreti... Penso che il gatto legga il mio diario."
Sì, è vero: leggendole si avverte un sapore conosciuto, una specie di dejà sentù, qualcosa che non si riesce a mettere completamente a fuoco... Vi aiuto io: leggendole, sembrano battute perfette per Phoebe Buffay o Amanda Tanen. Mica pensavate che Larry potesse essere arrivato a Brittany senza qualche prova generale, no?
Phoebe è stata a tutti gli effetti la prima, come prima in molte cose è stata Friends. Madre suicida, vissuta per strada, utero in affitto per i tre gemellini del fratello, massaggiatrice hippy, Phoebe era l'elemento più innovativo di tutta la serie, quello che richiedeva la scrittura più accurata.
Amanda invece era il contraltare di precisina Betty, vagamente perfida, assolutamente futile, tutta moda e uomini, totalmente incapace di concepire un universo non Amanda-centrico: la sua interazione con gli altri è del tutto sconnessa dal contesto e la comicità vira al sarcastico.
La differenza sostanziale con Brittany, però, è che entrambe NASCONO per essere la spalla comica, mentre la cheerleader è stata una scoperta anche per gli sceneggiatori, che infatti hanno dovuto assumere di corsa Larry per la seconda stagione.
Ma il vero valore aggiunto (per parlare come parlano quelli colti che ne sanno di bisiness) di Brittany è dato, secondo il non troppo umile parere della sottoscritta, dalla recitazione. Lisa Kudrow interpretava Phoebe come una Meg Ryan sotto anfetamine, così come Becki Newton che doveva rispettare lo stile istrionico ed esasperato di tutta la serie. Brittany è invece una maschera Keatoniana. E non nel senso di Diane Keaton, ma Buster Keaton.
Occhi persi nel vuoto, sguardo fisso verso il basso, immobilità fisica e tono monocorde.
In una serie in cui l'antagonista adulta femminile veste sempre lo stesso costume come nei cartoni animati, una delle comprimarie è una germofobica con gli occhi da pazza, i ragazzi protagonisti sono, chi più chi meno, dei drama queen, l'effetto comico è ancora più dirompente.
E poi, diciamoci la verità, ma chi può resistere a una ragazza convinta che i broccoli siano la casa dove abitano le famiglie degli orsetti di gomma?
Non vi dice niente nemmeno così? La cheerleader bionda? Non quella che rimane incinta, l'altra? Quella che sta insieme al ragazzo sulla sedia a rotelle?
Esatto, lei!
Vi è tornata in mente vero?
Per quanti non avessero mai visto un episodio di Glee (com'è l'ADSL lassù al Polo Nord?), stiamo parlando per l'appunto di una delle cheerleader che l'insegnante cattiva "infiltra" nel Glee Club (il gruppo pomeridiano di canto formato per lo più dagli sfigati della scuola, però talentuosissimi) per mettere i bastoni fra le ruote al professor Schuester.
All'inizio parecchio riottose (sono le popular, loro), ovviamente col tempo scoprono di apprezzare l'ambiente e l'atmosfera del gruppo e bla bla bla.
Si tratta di una side-story molto laterale, ma - ripetete con me: siccome questa cosa è scritta dagli sceneggiatori-americani-santi-subito - contiene ugualmente una perlina di particolarità. E quella perlina si chiama Brittany.
Gli anni di dipendenza maniacale dalle serie tv (e una certa carenza di qualità sociali) mi hanno consentito di sviluppare tutta una serie di teorie su quel mondo, per cui, personalmente sono convinta che esista un signor Lawrence Armstrong, di mestiere sceneggiatore, che viene messo a lavorare sulla categoria "surrealtà e risata": Brittany è la sua più recente e finora meglio riuscita creazione.
Nelle prime puntate di Glee, a malapena ti accorgevi della sua esistenza. Era sempre discosta, laterale, solo un riempitivo di contorno a Quinn, che non poteva essere l'unica sodale della Coach Sylvester.
Di tanto in tanto, però, le mettevano in bocca una battuta o due, totalmente surreali, fuori contesto, implausibili, e col tempo il personaggio non ha assunto una tridimensionalità negata perfino ad alcuni dei front-guys della serie. Per dire: "Ho messo un top leggero oggi perché pensavo fosse estate! Nessuno mi ha mai insegnato a leggere un calendario."; "Tutti mi credevano in vacanza, ma in realtà questa estate mi sono persa nelle fogne."; "Non riesco più ad avere segreti... Penso che il gatto legga il mio diario."
Sì, è vero: leggendole si avverte un sapore conosciuto, una specie di dejà sentù, qualcosa che non si riesce a mettere completamente a fuoco... Vi aiuto io: leggendole, sembrano battute perfette per Phoebe Buffay o Amanda Tanen. Mica pensavate che Larry potesse essere arrivato a Brittany senza qualche prova generale, no?
Phoebe è stata a tutti gli effetti la prima, come prima in molte cose è stata Friends. Madre suicida, vissuta per strada, utero in affitto per i tre gemellini del fratello, massaggiatrice hippy, Phoebe era l'elemento più innovativo di tutta la serie, quello che richiedeva la scrittura più accurata.
Amanda invece era il contraltare di precisina Betty, vagamente perfida, assolutamente futile, tutta moda e uomini, totalmente incapace di concepire un universo non Amanda-centrico: la sua interazione con gli altri è del tutto sconnessa dal contesto e la comicità vira al sarcastico.
La differenza sostanziale con Brittany, però, è che entrambe NASCONO per essere la spalla comica, mentre la cheerleader è stata una scoperta anche per gli sceneggiatori, che infatti hanno dovuto assumere di corsa Larry per la seconda stagione.
Ma il vero valore aggiunto (per parlare come parlano quelli colti che ne sanno di bisiness) di Brittany è dato, secondo il non troppo umile parere della sottoscritta, dalla recitazione. Lisa Kudrow interpretava Phoebe come una Meg Ryan sotto anfetamine, così come Becki Newton che doveva rispettare lo stile istrionico ed esasperato di tutta la serie. Brittany è invece una maschera Keatoniana. E non nel senso di Diane Keaton, ma Buster Keaton.
Occhi persi nel vuoto, sguardo fisso verso il basso, immobilità fisica e tono monocorde.
In una serie in cui l'antagonista adulta femminile veste sempre lo stesso costume come nei cartoni animati, una delle comprimarie è una germofobica con gli occhi da pazza, i ragazzi protagonisti sono, chi più chi meno, dei drama queen, l'effetto comico è ancora più dirompente.
E poi, diciamoci la verità, ma chi può resistere a una ragazza convinta che i broccoli siano la casa dove abitano le famiglie degli orsetti di gomma?
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