1 maggio 2011

E se otto ore vi sembran poche! Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire.

La Eva che scrive ha passato tanti 1° maggio. Figlia di operaio, discriminato negli anni 60 per essere attivista sindacale, ha cominciato a partecipare alle manifestazioni (festa e ricorrenza, ma anche momento di lotta internazionale) sin da bambina. Dopo il corteo si andava tutti, con le fisarmoniche a fare il pic nic con le altre famiglie. 
L'età oggi le permette di srotolare almeno mezzo secolo di temi come lavoro, sviluppo, Costituzione, libertà. Ma un primo maggio è per lei fondamentale. Quello del 1973 a Napoli. Tanti Evisti ed Eviste non erano ancora nati. E allora eccolo!                                                                               



Quell'anno fu fondamentale nella sua formazione: l'iscrizione all'Unione Donne Italiane, l'accesso alla facoltà di Giurisprudenza di Napoli, il sogno della FIGC (compagni di viaggio come Niki Vendola ma ci piace ricordare Enzo Ligas e Amedeo Marzaioli, e Peppino Capobianco -che ha scritto la storia di Terra di Lavoro-) le diedero la consapevolezza che si poteva cambiare e che le donne e gli uomini avevano pari dignità e diritti. 

Quarantanni dopo siamo ancora qui, a ricordare le origini del primo maggio. Quanti sanno che la parola d'ordine coniata in Australia nel 1855, e condivisa da gran parte del movimento sindacale organizzato del primo Novecento fu "otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire"  Si aprì così la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno, il primo Maggio, appunto, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e indipendenza.
La storia del primo Maggio rappresenta, oggi, il segno delle trasformazioni che hanno caratterizzato i flussi politici e sociali all'interno del movimento operaio dalla fine del secolo scorso in poi.
Qualche data per non dimenticare? 
1886: I martiri di Chicago
1890: 1 maggio, per la prima volta manifestazione simultanea in tutto il mondo
Nel nostro Paese il fascismo decise la soppressione del 1 Maggio, che durante il ventennio fu fatto coincidere il con la celebrazione del 21 aprile, il cosiddetto Natale di Roma. Mentre la festa del lavoro assume una connotazione quanto mai "sovversiva", divenendo occasione per esprimere in forme diverse (dal garofano rosso all'occhiello, alle scritte sui muri, dalla diffusione di volantini alla riunione in osteria) l'opposizione al regime. Il 1 Maggio tornò a celebrarsi nel 1945, sei giorni dopo la liberazione dell'Italia.
1947: L'eccidio di Portella della Ginestra
E, infine, il primo maggio oggi. 
Le profonde trasformazioni sociali, il mutamento delle abitudini, la progressiva omogeneizzazione delle abitudini hanno profondamente cambiato il significato di una ricorrenza che aveva sempre esaltato la distinzione della classe operaia. Il modo di celebrare il 1 maggio è quindi cambiato nel corso degli anni. 
Noi ci sentiamo di dedicare il primo maggio ai lavoratori precari, a quanti oggi non sono risparmiati dalla crisi: 
non solo operai e lavoratori manuali, vengono colpiti anche colletti bianchi e professionisti, coloro che operano in settori spesso ritenuti "privilegiati" per la retribuzione ed il riconoscimento sociale delle competenze. Avvocati, giornalisti, dottori commercialisti, mediatori, geometri e professori. I dati sono stati rilevati dalla Cgil: solo il 38 per cento ha vissuto gli ultimi 5 anni con piena serenità.
E allora un pensiero va ai lavoratori (precari, stagisti, intermittenti, partite IVA, collaboratori, finti soci di finte cooperative, donne e uomini che purtroppo dovranno tornare a lottare per avere otto ore di lavoro, otto ore di svago e otto per dormire). 

Ma potevamo dimenticare l’origine e il manifesto del nostro blog? Sicuramente no. Buon primo maggio: se non ora quando?  Perchè a Genova le donne di "se non ora quando?" tornano in piazza. Durante l'iniziativa del primo maggio vengono presentate tre proposte operative per una democrazia paritaria:
Il ripristino della Legge 188 del 2007 approvata dal Governo Prodi e cancellata da quello di Berlusconi nel 2008 che, attraverso un modulo numerato da scaricare on line, rendeva di fatto impossibili le lettere di dimissioni in bianco richieste da molti datori di lavoro. Oggi la lettera di dimissioni in bianco viene di nuovo richiesta illegalmente soprattutto alle lavoratrici e datata al momento opportuno, per esempio in caso di gravidanza.
Le quote di genere che, per quanto impopolari e comunque temporanee, là dove sono applicate, funzionano nel rendere paritarie le posizioni apicali di donne e uomini. Se non ora quando le chiede al 50 e 50.
- il Congedo per paternità obbligatorio a stipendio intero per cominciare a cambiare la cultura del rapporto tra i sessi affinchè siano garantiti uguali diritti ai neo padri che desiderano accudire i propri figli fin dai primi mesi di vita.

1 commento:

  1. G.Martini - Caserta1 maggio 2011 alle ore 19:17

    ........Quell'anno fu fondamentale nella sua formazione: l'iscrizione all'Unione Donne Italiane, l'accesso alla facoltà di Giurisprudenza di Napoli, il sogno della FIGC (compagni di viaggio come Niki Vendola ma ci piace ricordare Enzo Ligas e Amedeo Marzaioli, e Peppino Capobianco -che ha scritto la storia di Terra di Lavoro-) le diedero la consapevolezza che si poteva cambiare e che le donne e gli uomini avevano pari dignità e diritti.......
    Mi hai fatto avere un brivido sulla pelle! La storia tua, mia e di tanti di noi in quegli anni! Buon primo maggio, amica mia!

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