26 maggio 2011

Rock 'n' Roses - La prima storia

New York. Gli anni ‘60. La Factory. Andy Wharol. Vi siete fatti un’idea. I newyorchesi dicono di se stessi che, comunque, sono di più: più rapidi, più veloci, più cattivi, più scortesi, se tu dici di saper fare una cosa, loro l’hanno fatta prima, se arrivi a New York ti dicono che, comunque, loro sono arrivati prima e che se tu ci sei, devi meritare di starci. L’opposto dei romani, insomma, che “e mica è mia Roma!” . 

Gli anni ‘60, dicevamo. Sulla costa occidentale scoppia la Summer of Love; a Berkeley e San Francisco in primis era tutto peace & love, fiori e amore; a New York, no. A New York, ad esclusione dell’isola Greenwich Village, erano impermeabili agli hippies. A New York ci vedevano lungo. 

La Factory. Un mondo in cui, da lì a poco, la riproduzione di un barattolo di zuppa sarebbe divenuta un’opera d’arte, dove si sarebbe rappresentata la dissoluzione dell’essenza a vantaggio della vuota apparenza in una successione di otto immagini in policromia. Un posto dove bazzicava strana gente, vampiri, che si nutrivano a volte l’uno del successo dell’altro. 

E veniamo alle persone di cui stiamo parlando: un gruppo che prese il nome da libro-indagine sul sadomasochismo composto dal giornalista Michael Leigh, un gruppo che scrisse una canzone sull’eroina, una sugli spacciatori, una su una venere in pelliccia e che, per sempre, rese immortale la gente dei lati più brutti delle città, quella dei lati più selvaggi. I Velvet Underground. 

Sul disco dei Velvet con la copertina di Warhol (quello della banana), fu detta una delle frasi slogan del rock, forse la disse David Byrne dei Talking Heads (che poi avrebbero illuminato di luce fredda gli anni ‘80 degli yuppies, ma questa è un’altra storia):
quel disco fu comprato da pochi, ma ognuno che lo comprò fondò un gruppo. 

I Velvet Underground. Lou Reed. John Cale, Sterling Morrison, Nico (ricordatevela…) e Maureen “Moe” Tucker. La batterista. Arrabbiata e aggressiva. Stile semplice e potente. Una specie di Ringo Starr in camiciona. Per dire, siamo a New York non a caso. 

Prima di andare a suonare con i Velvet faceva la segretaria all’IBM, l’operatrice di “schede perforate” che, per chi si fosse perso il mondo prima dei pc, erano dei fogli di cartone rigido sui quali la successione di punzonatore creava dei dati che venivano “letti” dai nonni dei nostri pc di casa. Su degli elaboratori grandi come una stanza. 

Viene presa dai Velvet perché Sterling Morrison, il chitarrista, si ricordava che la sorellina di uno dei suoi amici del college armeggiava con le percussioni. 

E quindi entrò nei Velvet, e nella storia del rock, e costituisce l’introduzione all’inizio di questa carrellata che faremo tra le donne del rock (non le “donne rock” , ché sarebbe una donna rock anche Isabella Andreini, una delle più grandi attrici italiane mai esistite, e perdete due minuti se li avete). 

Maureen “Moe” Tucker. Non ha avuto amanti famosi/e, non ha scritto pezzi memorabili, dopo la parabola Velvet ha creato o ha fatto parte, di altri gruppi; ha avuto una vita normale, insomma. La normalità dopo i Velvet. 

Tutto qui? Tutto qui. 

Ma ci sono dei pensieri: 

Nel 1998, nel corso del mio “esilio studentesco” in Francia, su un televisore comprato usato a Parigi, che registrava solo in NTSC, vidi su Arte un documentario su Lou Reed e i Velvet (che io allora nemmeno conoscevo); a un certo punto, intervistando quelli che avevano fatto parte della sua vita e delle sue band, esce fuori questa tipa, dall’aspetto poco rassicurante, che disse una cosa che, nel ricordo, mi suona così: “Suonavamo a New York perché la gente lì era vera e incazzata. A noi quelli della West Coast, quegli hippie, stavano sulle palle” . Bang. Verità rivelata. 

Nessuno, se non i batteristi, guarda mai i batteristi. Nessuna donna guarda mai i batteristi.
Figurarsi una batterista donna. Inizio il viaggio con un omaggio. 

Lou Reed. Velvet Underground. Nico. L’ultima della lista, la prossima storia. Stay tuned…

1 commento:

  1. grazie, questo per me è un mondo nuovo. Molto interessante

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