9 maggio 2011

Un lunedi che suona di rivoluzione

Ormai l'avrete capito a noi di Eva piacciono le donne di lotta. Che sia politica, in cucina, con l'armadio, la bilancia, le insidie quotidiane di una vita normale. Donne cosi, umane ma non arrendevoli. l'Eva che scrive vi narra la storia di una di queste.

Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini conosciuta col nome di Tina Modotti, nacque a Udine, 17 agosto 1896 e mori a Città del Messico, il 5 gennaio 1942. Il poeta Pablo Neruda le dedicò questo componimento:
« Tina Modotti hermana,
no duermes no, no duermes
talvez tu corazon
oye crecer la rosa
de ayer la ultima rosa
de ayer la nueva rosa
descansa dulcemente hermana.

Puro es tu dulce nombre
pura es tu fragil vida
de abeja sombra fuego
nieve silencio espuma
de acero linea polen
se construyo tu ferrea
tu delgada estructura
»

Epitaffio che in parte si può ancora leggere sulla lapide.
Ma partiamo dal principio. Tina era una emigrante. Nel 1913 raggiunge il padre a San Francisco impiegandosi come operaia tessile. Ma questo lavoro non piega la sua natura di attrice indomabile, continua a recitare D'annunzio, Goldoni e Pirandello nelle rappresentazioni teatrali della comunità di Little Italy. Dipinge, è attiva nella vita culurale del quartiere e in una di queste mostre a cui partecipa conosce il futuro marito:Roubaix "Robo" de l'Abrie Richey. I due appena sposati si trasferiscono a Los Angeles; la loro casa diviene il crocevia per artisti di vario genere. La bellezza di Tina e il suo travolgente carattere sono il lasciapassare che le permettono di entrare in contatto con Hollywood ma con scarsi risultati, questa esperienza la porta a conoscere Edward Weston, che diverrà il suo amante. Oltre a diventarne la modella preferita. Weston era un fotografo di fama all'epoca. Attraverso il legame con Weston Tina acquisisce conoscenza e tecnica fotografica, il che unite ad un carattere indomito la porteranno a sviluppare uno stile forte e un'autonomia espressiva degna di nota. I due a seguito della morte del marito di Tina, si trasferiscono in Messico, nazione della quale la fotografa si è innamorata proprio in occasione della dipartita del marito avvenuta a Città del Messico.

Modotti e Weston entrarono rapidamente in contatto con i circoli bohèmien della capitale, oltre che diversi esponenti radicali comunisti, tra cui tre funzionari del Partito Comunista Messicano con cui ebbe delle relazioni sentimentali: Xavier Guerrero, Julio Antonio Mella e Vittorio Vidali.

Attraverso la conoscenza e la frequentazione con questi esponenti Tina trasforma il suo modo di fotografare: dopo le prime attenzioni per la natura, sposta, utilizza il mezzo fotografico come strumento di indagine e denuncia sociale, e le sue opere, comunque realizzate con equilibrio estetico, assumono di frequente valenza ideologica: esaltazione dei simboli del lavoro, del popolo e del suo riscatto (mani di operai, manifestazioni politiche e sindacali, falce e martello,...). Sue fotografie vengono pubblicate nelle riviste Forma, New Masses, Horizonte. In questo periodo conosce lo scrittore John Dos Passos e l'attrice Dolores Del Rio, ed entra in amicizia con la pittrice Frida Kahlo. 
Nel settembre del 1928 diventa la compagna di Julio Antonio Mella, giovane rivoluzionario cubano, con cui Tina vive un amore profondo e al cui fianco intensifica il lavoro di fotografa impegnata e di militante politica. Questa sua vita rivoluzionaria la porta ad unirsi, dopo la morte di Mella avvenuta in seguito ad un attentato, a Vittorio Vidali. Lo seguirà anche in Spagna. Qui durante la rivoluzione negli anni '30 collabora con riviste, stringe amicizie con altri rivoluzionari, presta servizio negli ospedali. Testimonia attraverso i suoi scatti la vita di quegli anni, ma non la sua ma quella che lei vive come membro attivo della società. Coglie il mutamento in atto. E come succede molto spesso con persone di siffatta grandezza, ne rimane vittima. Nella notte del 5 gennaio 1942, Tina Modotti muore, colpita da infarto, dentro un taxi che la sta riportando a casa. Come già era accaduto dopo l'assassinio di Julio Antonio Mella, la stampa reazionaria e scandalistica cerca di trasformare la morte di Tina in un delitto politico e attribuisce responsabilità a Vittorio Vidali.Ed è appunto in occasione dello scandalo derivato da questa vicenda che Neruda compose i versi citati sopra.

...Sul gioiello del tuo corpo addormentato
ancora protende la penna e l'anima insanguinata
come se tu potessi, sorella, risollevarti
e sorridere sopra il fango...



Alla sua leggendaria figura di rivoluzionaria sono legati anche i modena city rambles che le dedicano questa canzone.

Oggi possiamo sembrarvi politicamente di parte, ma il nostro pensiero va oltre ogni appartenenza politica, oltre ogni colore, perchè la lotta, l'abbracciare un ideale sono qualcosa da fare tutti i giorni qualsiasi sia il contesto. Se in questo ci si vede privati della dignità come uomini.

Un pensiero va a Peppino Impastato:

"Nato nella terra, dei vespri e degli aranci, 
tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio.
Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare,
la voglia di giustizia che lo portò a lottare.
Aveva un cognome ingombrante e rispettato,
di certo in quell'ambiente da lui poco onorato.
Si sa dove si nasce ma non come si muore
e non se un ideale ti porterà dolore"
(I cento passi - Modena City Ramblers)

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