Fra le pagine del Corriere on-line ho tovato questo articolo. Si parla di tre ragazze stanno facendo un viaggio strano, attraversare buona parte dell'Europa su un tagliaerbe. La mia memoria più o meno incosciente mi ha subito fatto ricordare "una storia vera", il film di David Lynch. Peccato che le somiglianze si fermino giusto al mezzo di locomozione e forse neppure a quello. Nel film infatti il mezzo era un vecchio trattorino tosaerba e l'anziano protagonista si muoveva da solo e dormiva dove capitava, nel caso delle ragazze invece il mezzo è nuovissimo, le ragazze saranno continuamente in contatto col mondo grazie a tutti i social network che vanno per la maggiore e c'è tutto uno staff di supporto, con tanto di camper per la notte. E si tratta di un viaggio pubblicitario, ideato da un'agenzia di comunicazione per conto dell'azienda che fabbrica i tosaerba. Naturalmente c'è un sito (questo) e qui si scopre che si tratta di "una vera e propria social media strategy, che punta tutto sul marketing di relazione per lanciare il brand in Europa.". Come dire che vogliono fare in modo che siano i curiosi internauti a diffondere la cosa, un poco come stiamo facendo qui ora.
Quindi è solo pubblicità, forse pure intelligente anche se a me più che altro sembra furba, anzi furbetta, usa i cosiddetti fenomeni virali della rete e la curiosità degli internauti per i propri scopi. Tutto bene quindi?
Una volta i pubblicitari usavano ragazze poco vestite per qualsiasi cosa (mai capito il nesso fra una ragazza discinta ed una marca di silicone), qui invece le ragazze sono vestite, giovani, belle, intelligenti, con un'ottima cultura e tante altre cose., belle e buone. Però alla fine vendono qualcosa e lo fanno mettendo in mostra qualcosa di loro stesse, il loro essere "audaci e graziose". Non so quanto abbia influito il vento che sta cambiando, non so se c'entri il movimento del "se non ora quando" ma qui l'agenzia di comunicazione ha deciso che la figura della donna che emerge in questi ultimi mesi può essere un ottimo strumento di marketing. Ovviamente la figura femminile è presa nella versione ragazza giovane e bella e alla fine è sempre per vendere qualcosa che con la donna non ha nulla a che fare.
Mi vengono in mente due considerazioni, la prima è se sia davvero un miglioramento rispetto alle pubblicità con pochi vestiti, quando comunque alla fine sempre per vendere qualcosa vengono usate. La seconda è un invito a stare attente, ragazze (nel senso di ragazze e donne, siamo tutti giovani, dentro, e mi rivolgo a tutte quelle donne scese in piazza in questi mesi, non alle ragazze dello spot) state attente, perchè se quello che avete fatto con fatica in tutti questi mesi diventa qualcosa da usare per fare marketing vi stanno fregando. E con le ragazze stanno fregando anche noi ragazzi che a quelle manifestazioni ci siamo andati insieme alle nostre compagne, non per accompagnarle, ma per dire che anche noi volevamo (e vogliamo) un paese diverso.
Un'ultima cosa, da lettore di giornali trovo che le pubblicità travestite da articoli minino per prima cosa la credibilità di un giornale, in questo caso il Corriere s'è prestato molto, forse sarebbe bene ricordare al direttore che a noi serve un giornale credibile più che pagare per avere pubblcità travestite da articoli.
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