8 luglio 2011

Rassegna stampa di un'Eva preoccupata ma speranzosa.

Chi di noi può affermare di non avere in casa, magari pure in borsa e perchè no nei cassetti in ufficio una confezione di ansiolitici?
Chi non ha mai preso una pasticca di lexotan, di prazene, di valium o altro?
Magari prestato da un'amica in un momento d'ansia, le prime sono ai tempi degli esami... poi altri esami ancora, poi i colloqui di lavoro, il litigio con il compagno, il matrimonio che traballa, i figli che esigono e non possono aspettare.
L'ansia ci divora, alcuni di noi ci convivono e altri la sfruttano, sublimandola in attività convulse, altri ancora la temono e ricorrono alle pillole al primo batticuore, al primo senso di soffocamento, la fame d'aria.
Quanti vanno dal medico a parlarne, informarsi, farsi prescrivere il farmaco più adatto?
In questo articolo si parla di antidepressivi, non di ansiolitici, non è la stessa cosa.
L'antidepressivo è un farmaco da usare con criteri ben precisi, non si prende e si butta gù, tempi e dosi sono fondamentali così come il controllo medico.

Pare che le donne inglesi invece lo usino con troppa disinvoltura, come se la pillola potesse colmare il vuoto dei cambi di umore, delle crisi di pianto, del senso di solitudine e di impotenza che l'essere donna sempre più spesso sta a significare.
Che accade quando veniamo convinti che abbiamo bisogno di farmaci per uscire da una crisi emotiva?
Smettiamo di fare le cose per aiutare noi stessi, e ci affidiamo alla pillola. 
Questo atteggiamento passivo causa anche un maggiore ricorso al fumo, all'alcol e alla vita sedentaria, il che peggiora la depressione. 
È un circolo vizioso e un vortice che risucchia sempre più le persone più vulnerabili.
E questo noi non lo vogliamo, Eva vuole che le persone, le donne, si aprano al mondo, parlino dei loro problemi e li condividano con gli altri, scoprano che il dolore di una è il dolore di tutte e che condivisione vuol dire confronto e, perchè no, guarigione.
Non so quante donne italiane usino gli antidepressivi con la stessa disinvoltura di quelle inglesi ma di certo di pillole che saltano fuori al momento opportuno e girano di mano in mano se ne vedono troppe anche in Italia. Riflettiamo su questo.


Questa piccola, bellissima ed elegante donna è una roccia, no è un diamante. Lotta con energia, risoluta e indomabile, non teme nulla e a fronte alta affronta quotidianamente l'odio dei potenti. 
Nel corso della della sua visita privata nella città centrale di Bagan, ha attirato una grande folla ed è stata seguita da una decina di poliziotti in borghese.
Già, non è mai sola...




Chi non è sola ed è anche parecchio occupata è una signora di cui si parla molto poco, una signora potente e competente in sistemi e  paradisi fiscali e simili quisquilie... le signore potenti, quelle che fanno paura, sono poche e molto riservate ma a volte possono fare molto rumore e anche molto danno.
L'Eva che scrive non è orgogliosa di questa signora e del ruolo che riveste, non è questo il tipo di donna che sogna possa un domani cambiare questo mondo, facendo della trasparenza, della scrittura di regole condivise e rispettate, della costruzione di un bene comune l'obiettivo da condividere con l'universo maschile.


4 commenti:

  1. iniziava bene poi... ho avuto l'impressione che nei modelli proposti una gran differenza tra le pubblicità che propongono donne che durante il ciclo saltano sicure grazie ad un assorbente non ci sia.
    Dalla paura o dalla depressione, ansia , attacchi di panico ecc. non si guarisce mostrando eroi irraggiungibili, o sminuendo come fanno i caritatevoli parenti impauriti dalla sofferenza... se però questo articolo può aiutare qualcuno maschio o femmina ben venga, se riesce a diminuire l'uso di farmaci ben venga, se può evitare a qualcuno di esser prigioniero di una pseudoanalisi senza fine ben venga :-) buona giornata

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  2. Forse non mi sono spiegata bene, in effetti non ho parlato della sinergia che occorrerebbe attuare fra un approccio psicologico e l'assunzione di farmaci specifici, per esempio. Da paure, depressioni, ansie e alterazioni dell'umore non si può guarire perseguendo modelli prefigurati e ideali ma unicamente affidandosi con fiducia a medici esperti che non considerano l'analisi come un vitalizio e antepongono il bene del paziente al loro bene economico. E di questi medici ce ne sono.
    Quello che intendevo sottolineare è la necessità di non praticare l'automedicazione o ancor peggio la sperimentazione su farmaci prescritti ad altre persone magari per patologie simili ma non uguali. Mi auguro davvero di poter essere stata d'aiuto a qualcuno, grazie per avermi dato modo di approfondire il concetto che volevo esprimere.

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  3. Maranta grazie della spiegazione :-)
    forse per te che l'hai scritto l'articolo è chiaro ma per un lettore fotografico come me l'accostamento nel medesimo articolo della malattia e automedicazione con un modello come Aung San Suu Kyi suonava quasi come un confronto tra la povera depressa inglese o nostrana e lei ;-) da qui il mio paragone con gli assorbenti :-)

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  4. Blackpower, l'accostamento non era inteso come confronto, semplicemente quando parlo di temi "pesanti" e dolorosi mi viene spontaneo, mentre faccio la rassegna stampa, cercare notizie che parlino di positività, di speranza.

    Posso dirlo? Le pubblicità sugli assorbenti sono quanto di più irritante e sempre e comunque fuori luogo si possa vedere in tv. Non potrei mai e poi mai replicare in altri ambiti quest'azione di disturbo.
    A presto rileggerti.

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