8 luglio 2011

Non è una bella giornata per morire


E' in aula alla Camera il disegno di legge sul testamento biologico, e non è un bel vedere.
Il titolo è un grande esempio di bispensiero (avete presente 1984?), in quanto recita: "Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento", ma le regole sono ben diverse.
Cominciamo intanto col dire che, evidentemente ancora sull'onda emozionale del caso di Eluana Englaro, all'articolo 3 viene precisato che l’alimentazione e l’idratazione, nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirle al paziente, sono forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze fino alla fine della vita e non possono formare oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento.
Dopo aver posto una serie di vincoli formali e sostanziali alla dichiarazione anticipata di trattamento, come quello del divieto di inserire indicazioni che integrino le fattispecie di cui agli articoli 575, 579 e 580 del codice penale (omicidio, omicidio del consenziente ed istigazione al suicidio), all'articolo 7 si dice chiaro e tondo che le volontà espresse dal soggetto nella sua dichiarazione anticipata di trattamento sono prese in considerazione dal medico curante che annota nella cartella clinica le motivazioni per le quali ritiene di seguirle o meno.
Ancora: siccome la dichiarazione anticipata di trattamento (ci rifiutiamo di chiamarla DAT e continueremo a definirla per esteso) ha un senso quando il dichiarante non può più cacciare a calci il medico dal suo letto, è prevista la nomina di un fiduciario, che è l’unico soggetto legalmente autorizzato ad interagire con il medico curante.
Nel caso di controversia tra medico curante e fiduciario, la questione è sottoposta alla valutazione di un collegio di medici composto da un medico legale, un anestesista-rianimatore ed un neurologo, sentiti il medico curante e il medico specialista della patologia. Però il parere espresso da questo collegio non è vincolante per il medico curante, il quale non è tenuto a porre in essere prestazioni contrarie alle sue convinzioni di carattere scientifico e deontologico.
C'è da dire che ai medici, in realtà, questa legge non piace per niente, visto che li lascia soli alle prese con scelte che nessuno di noi vorrebbe mai fare e li pone tra di fuochi: i parenti o il fiduciario del malato che vorrebbero dare corso alla sua volontà e lo Stato etico, che dice come dobbiamo morire.
Si prevede che per martedì 12 luglio si arriverà al voto finale: noi, ovviamente torneremo sull'argomento, suggerendovi, se già non l'avete fatto, di leggere qui; potrebbe essere utile.

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