19 luglio 2011

Sull'indignazione dei tempi moderni






Sulle pagine web dei quotidiani italiani della passata domenica hanno cominciato ad apparire  articoli su un anonimo blogger che tramite facebook (qui il link alla sua pagina) sta raccontando i piccoli segreti sporchi della casta dei parlamentari. Gli articoli  si sono visti su Repubblica, sul Corriere, la Stampa e così via. la notizia sta dilagando e Spidertruman (il nick usato dal misterioso blogger, sembra ex precario parlamentare, uomo o donna non è dato di sapere), ha anche creato un nuovo blog, isegretidellacasta.blogspot.com.

I fans, gli amici e come si definiscono le persone nell'era digitale stanno crescendo in modo esponenziale.

Chi sia il blogger non credo sia tanto importante, lo si potrebbe definire una sorta di pentito visto che come dice lo stesso autore per 15 anni ha fatto il precario dentro il Palazzo, ed ora che è stato licenziato vuole raccontare cosa succede. Certo si potrebbe dire che solo ora, solo dopo essere stato licenziato, si mette a raccontare, prima tutto andava bene, verrebbe da dire che anche lui  sputa ora nel piatto in cui ha mangiato per anni. Però sarebbe troppo facile commentare così, senza sapere davvero chi sia questo personaggio, sempre che esista davvero (dubbio molto lecito visto come può essere usata la rete, anche se comincia a circolare una possibile identificazione). Con atteggiamento criticamente positivo diciamo che gli si può dare fiducia fino a prova contraria, attendendo di sapere chi sia veramente, e comunque verificando anche le informazioni di cui parla. Ad esempio gli sconti che una nota marca automobilistica fa/farebbe ai parlamentari. Non c'è nulla di scandaloso in quei numeri, sono sconti che vengono fatti da qualsiasi costruttore a qualsiasi azienda di dimensioni medio/grandi, forse sono pure sconti poco convenienti. Inoltre sembra che nessuna delle cose dette sia davvero una novità, anche se non è male ritrovarsele di nuovo sotto gli occhi tutte insieme, per i corti di memoria.



Forse è solo un modo che qualcuno ha trovato per aumentare i contatti e guadagnarci raccogliendo pubblcità, forse è un modo per banalizzare la reazione della gente, ma non è di lui/lei che volevo parlare, è sulla forma che prende oggi in Italia l'indignarsi. Oggi qui da noi ci si indigna in modo che sa di passività, mettendo i "mi piace" su una pagina o l'altra, sul condividere link. è insomma una forma molto virtuale, forse troppo, forse solo. Che lascia ad altri il compito di iniziare le cose, poi si segue con i click. Parlo dell'indignazione della società civile tutta, non di alcune parti, delle minoranze per quanto a volte molto numerose come quella che è scesa in piazza il 13 Febbraio. Situazione ben diversa dai paesi nordafricani, dove la gente è scesa e scende in piazza rischiando letteralmente la vita. Ma anche molto diversa da quello che succede in Spagna, anche se il risultato pratico del movimento degli indignados è stato che nelle ultime elezioni ha stravinto la destra,  certo non migliore dei socialisti di Zapatero.

Qui da noi un'eccezione (nota) sembra essere Parma, dove le manifestazioni di piazza, le continue manifestazioni di piazza, stanno costringendo la giunta a dimettersi un poco per volta, togliendo credibilità al sindaco sempre più chiuso a riccio in una difesa che sa di assurdo (qui la sua intervista al Corriere). La differenza è che a Parma l'indignazione ha preso un forma concreta, ma certo una possibile obiezione potrebbe essere che non è facile andare in piazza tutti i giorni. Obiezione corretta aggiungo io. 

Ed allora lasciamo solo a chi ha tempo e possibilità il manifestare in modo concreto l'indignazione di tutti? No, il punto è proprio questo, l'indignazione la si può manifestare andando in piazza a manifestare, ma anche in altre forme. Modi piccoli e pratici, certo ogni azione da sola non fa quasi niente, ma come una goccia non fa nulla, tante messe insieme fanno la pioggia., modi per impedire che la nostra volontà sia gestita e manipolata dagli altri. Ad esempio chiedere sempre ed ovunque lo scontrini o una ricevuta, anche se questo ci potrebbe costare di più, non cadere nel giochetto "non ti faccio pagare l'iva, dai che ti conviene", ricordiamo che ogni scontrino non emesso è qualcosa che poi pagheremo tutti in termini di servizi pubblici non disponibili. Oppure fare davvero la raccolta differenziata, dove c'è, e dove non c'è chiederla, o magari farla in proprio andando a portare le cose alle piattaforme ecologiche. Se lo faccio io non serve a nulla, se lo fa tutto il mio condominio/quartiere/paese la collettività spende di meno e l'ambiente ne guadagna. Banale? A Napoli non lo è per nulla,  ma c'è chi lo fa.
Oppure?
Sono piccole cose? Piccolissime, ma da qualche parte bisogna cominciare nella vita reale, ognuno mettendoci del proprio. Indignarsi nel mondo di facebook serve molto a poco.

PS anche non dimenticare serve, non dimenticare e farsi domande cercando di darsi  delle risposte, le proprie risposte personali. Ad esempio in questi giorni cade il decennale di Genova 2001, sono state fatte tutte le domande e soprattutto sono state date tutte le risposte?

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