5 agosto 2011

Consigli di visioni estive

Ultimo venerdì prima delle ferie.
Fra poche ore si parte.
Questo forse è l'unico periodo dell'anno in cui anche il più fedele dei serial addicted riesce a stare lontano da download, sottotitoli e tv.com persino per qualche giorno consecutivo.
Se però siete proprio addicted all'ultimo stadio o rimanete ancora a casa per un po', qualcosina di buono da vedere lo si trova sempre, nonostante la notoria penuria della stagione (che poi è vero fino a un certo punto, all'estero non hanno questa strana convinzione che si stia tutti in ferie tre mesi l'anno e mandano in onda materiale nuovo anche ad agosto), e noi siamo qui proprio per darvi qualche suggerimento succoso, un paio di titoli che hanno un buon sapore estivo e sono perfetti per le notti lunghe e piene di grilli.

Il primo è Sherlock, andato in onda l'anno scorso sulla BBC, miniserie in tre puntate che modernizza il personaggio di Conan Doyle mantenendone salvo lo spirito e l'anima (quindi niente a che vedere con quella porcata girata da Guy Ritchie e interpretata da Robert Downey jr.).
La serie è riuscitissima, con ricostruzioni d'ambiente magnifiche e attualizzazioni geniali (per dire, Watson racconta le avventure dell'amico su un blog); in più, l'attore che interpreta Sherlock è virile e allo stesso tempo etereo e sfuggente, esattamente come dovrebbe essere l'investigatore di Baker street.
Si vocifera di una seconda stagione, ma visto che entrambi gli interpreti sono sul set de Lo Hobbit (film che qui non stiamo assolutamente aspettando, no, ma figurati, se capita lo vedo, mica faccio le file davanti ai cinema, no no) non abbiamo informazioni puntuali in merito all'eventuale uscita.

Secondo consiglio è Haven, giunta alla seconda stagione nonostante sia decisamente di nicchia e non abbia avuto ascolti altissimi l'anno scorso.
La storia è vagamente ispirata al racconto minore di Stephen King The Colorado Kid e narra le avventure dell'agente FBI Audrey Parker, giunta ad Haven per indagare su una rapina e coinvolta, suo malgrado, nella strana realtà della cittadina, un cui cospicuo numero di abitanti è "troubled", affetto da problemi che si tramutano solitamente in eventi sovrannaturali.
Insieme al figlio del capo della polizia, Nathan (anche lui troubled), e al guascone Duke, Audrey scopre a poco a poco che il suo ignoto passato affonda le radici proprio ad Haven e in maniera assolutamente sorprendente.
Ci sono almeno tre buone ragioni per seguire Haven:

1) gli autori hanno fatto per Stephen King quello che gli Oasis fecero per i Beatles: l'hanno studiato, sezionato, analizzato, impastato e ricreato. Se anche non fosse scritto nei titoli di testa, le citazioni (mai insistite), l'atmosfera, certe eco nei nomi... ogni fotogramma trasuda l'immaginario e l'universo costruito da zio Stephen.
2) Il casting è eccellente. Anche per le parti minori con tre battute. E i tre protagonisti hanno un'alchimia magnifica.

3) Questi sono i due interpreti maschili.
Così le ragioni in realtà sono quattro, ma è estate e siamo generosi.
Buone vacanze, serial evisti.

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