29 agosto 2011

I'm bad

Di fronte a un film da 95 minuti, la cui trama ha smesso di essere originale più o meno ai tempi di Eschilo, e le cui recensioni sono assolutamente contradditorie, la motivazione che ti spinge a vederlo deve essere profonda, affondare le radici in quel morso atavico che ti accompagna da quando hai cominciato a comprare le prime videocassette.

Così è stato anche per l'Eva scrivente verso Bad Teacher, e la motivazione si chiama Jason Segel, più noto forse come il peluchone gigante di How I Met Your Mother e autore di quel gioiellino passato inosservato che è Forgetting Sara Marshall.
Oh, all'Eva che scrive Segel piace tantissimo, in primis per le svariate affinità del personaggio di Marshall con l'ingombrante essere con cui Eva condivide l'appartamento, in secundis perché l'attore è piuttosto eclettico e sa dare ai propri ruoli delle sottili quanto interessanti sfumature.

In realtà, alla fine non è andata così male, il film è decisamente onesto, mantiene quanto promesso e in alcuni momenti è anche divertente.

La trama, come si diceva, non brilla per originalità: Cameron Diaz - gnocca come io non ero nemmeno a vent'anni figuriamoci se lo sarò a 40 - è un'insegnante di scuola media, il cui unico scopo nella vita è incastrare qualche ricco fessacchiotto e fare la bella vita: a tal fine, ricorre a qualsiasi mezzo per racimolare i soldi necessari a un'operazione di ingrandimento del seno e punta il nuovo supplente, tanto ricco quanto stupido, mentre viene a sua volta puntata dall'insegnante di ginnastica.

A differenza degli altri ventordicimilacinquecentosette film che ne condividono il plot, il pregio di Bad Teacher è di non scadere mai né nel buonismo né nella bontà.
Cameron Diaz si ravvede appena un po', ma proprio giusto un pelino; Jason Segel non l'ha vinta su Justin Timberlake grazie a qualche preziosa lezione di vita che impartisce in giro, ma perché è dotato di un affilatissimo sarcasmo; alla fine, a rimetterci è la professoressa per bene, quella che ha capito tutto ma nessuno le crede.

Chiaro che il messaggio non è di quelli da cinema parrocchiale del giovedì pomeriggio alle 4.30, ma è vero pure che non tutti i film devono essere diretti a tutti. Anzi, secondo il modesto parere di chi scrive, un briciolo in più di cattiveria pura non avrebbe guastato, per esempio insistendo maggiormente con l'assurdità bigotta e scempiotta di Justin Timberlake e della sua fidanzata, fastidiosi come i ragazzotti seduti accanto a te al cinema che, con i loro delicati movimenti, ti fanno vivere in prima persona l'esperienza del Titanic (che poi viene da chiedersi perché abbiano preso Timberlake e l'abbiano conciato pari pari Matthew Morrison in Glee).

Il rimando alle Laboutin sfuggirà probabilmente al 97,3 percento del pubblico maschile, al quale è invece interamente dedicato il remake della scena all'autolavaggio, resa celebre da capolavori del testoterone adolescenziale quali Porky's, la Rivincita dei nerd, L'insegnate al mare con tutta la classe.
Per noi ragazze c'è invece qualche blando senso di colpa a tifare la stronzetta che nella vita reale rischierebbe di vedersi segare di nascosto i trampoli o sostituire l'eyeliner con l'uniposca, ma anche un vago senso di soddisfazione a vedere vincere, per una volta almeno, la cattiva.

Voto: se passa in tv di mercoledì sera me lo rivedo anche.

1 commento:

  1. io ero rimasto alle manolo, ma ho fatto una ricerca su gogol. le avessi scoperte prima, le avrei regalate alla mia ex, sono una cosa meravigliosa

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