La costanza viene sempre premiata.
Anche se a volte ce ne vuole proprio tanta, magari aiutata da una situazione non proprio ai limiti della sopportazione.
Un'insegnante di educazione artistica ottiene finalmente la cattedra di ruolo.
Dopo 37 anni e ad un anno dalla pensione.
Ma lei è serena pur se in lacrime, molto emozionata: in questo lungo lasso di tempo sostiene di essere riuscita, nonostante una vita lavorativa "da migrante" e da precaria, a godersi la famiglia.
Mi domando come. Forse anche grazie alle lunghe vacanze (un tempo retribuite)...
Certo, come anche lei sostiene, le giovani insegnanti d'oggi, a parità di condizione, un precariato di 37 anni se lo sognano... a parte che con 37-38 anni in pensione non ci andranno mai.
Parliamo di sport. I Mondiali di rugby.
Son bravi ragazzi. Grandi e grossi ma inoffensivi, a meno che si trovino su un campo da gioco contro altri 15 marcantoni.
Dice Baricco: "Il rugby è un gioco primario: portare una palla nel cuore del territorio nemico.
Ma è fondato su un principio assurdo, e meravigliosamente perverso: la palla la puoi passare solo all'indietro.
Ne viene fuori un movimento paradossale, un continuo fare e disfare, con quella palla che vola continuamente all'indietro ma come una mosca chiusa in un treno in corsa: a furia di volare all'indietro arriva comunque alla stazione finale: un assurdo spettacolare."
E infatti è quest'assurdità del gioco che ci intriga tanto, vero amiche di Eva appassionate di rugby?
Non so come finirà ai Mondiali ma questa donna mi ricorda che è estremamente sbagliato assimilare il termine "sportivo" al giocatore di calcio.
Non la conosco ma so che è una donna forte, che conosce il dolore e il sacrificio, che non ha paura di misurarsi con se stessa e con gli altri e che di certo dà allo sport del salto in alto la dignità ed il valore che i nostri Totti e Del Piero e compagnia cantante non conoscono più e forse non hanno mai conosciuto.
A Milano è in corso una mostra interessante,
Donna è Sport 1861 – 2011.
L'evoluzione della donna dello sport nello sport in questi ultimi 150 anni.
Si parla di donne entrate nella nostra storia dello sport, da Sara Simeoni a Manuela Di Centa, a Stefania Belmondo a Deborah Compagnoni, a Francesca Schiavone a Federica Pellegrini, il cui scettro di regina del nuoto a volte deve lasciare il posto a quello di regina del gossip (in mancanza di materiale fornito dai soliti noti) alla splendida e grandissima Josefa Idem (che a Londra 2012 parteciperà alla sua ottava Olimpiade all’età di 48 anni) ed altre grandi ancora.
Donne. Quante Eve diverse fra loro e tutte con un personalissimo approccio alla vita, alle passioni, ai valori in cui credere.
Per finire con un sorriso vi ricordo chi invece ha un modo di manifestare il suo fervore animalista per lo meno originale.
Del resto dell'originalità e dell'impegnativo sport di "épater le bourgeois" questa signora ne ha fatta una professione.
Credo anche remunerativa.
Anche se a volte ce ne vuole proprio tanta, magari aiutata da una situazione non proprio ai limiti della sopportazione.
Un'insegnante di educazione artistica ottiene finalmente la cattedra di ruolo.
Dopo 37 anni e ad un anno dalla pensione.
Ma lei è serena pur se in lacrime, molto emozionata: in questo lungo lasso di tempo sostiene di essere riuscita, nonostante una vita lavorativa "da migrante" e da precaria, a godersi la famiglia.
Mi domando come. Forse anche grazie alle lunghe vacanze (un tempo retribuite)...
Certo, come anche lei sostiene, le giovani insegnanti d'oggi, a parità di condizione, un precariato di 37 anni se lo sognano... a parte che con 37-38 anni in pensione non ci andranno mai.
Parliamo di sport. I Mondiali di rugby.
Son bravi ragazzi. Grandi e grossi ma inoffensivi, a meno che si trovino su un campo da gioco contro altri 15 marcantoni.
Dice Baricco: "Il rugby è un gioco primario: portare una palla nel cuore del territorio nemico.
Ma è fondato su un principio assurdo, e meravigliosamente perverso: la palla la puoi passare solo all'indietro.
Ne viene fuori un movimento paradossale, un continuo fare e disfare, con quella palla che vola continuamente all'indietro ma come una mosca chiusa in un treno in corsa: a furia di volare all'indietro arriva comunque alla stazione finale: un assurdo spettacolare."
E infatti è quest'assurdità del gioco che ci intriga tanto, vero amiche di Eva appassionate di rugby?
Non so come finirà ai Mondiali ma questa donna mi ricorda che è estremamente sbagliato assimilare il termine "sportivo" al giocatore di calcio.
Non la conosco ma so che è una donna forte, che conosce il dolore e il sacrificio, che non ha paura di misurarsi con se stessa e con gli altri e che di certo dà allo sport del salto in alto la dignità ed il valore che i nostri Totti e Del Piero e compagnia cantante non conoscono più e forse non hanno mai conosciuto.
A Milano è in corso una mostra interessante,
Donna è Sport 1861 – 2011.
L'evoluzione della donna dello sport nello sport in questi ultimi 150 anni.
Si parla di donne entrate nella nostra storia dello sport, da Sara Simeoni a Manuela Di Centa, a Stefania Belmondo a Deborah Compagnoni, a Francesca Schiavone a Federica Pellegrini, il cui scettro di regina del nuoto a volte deve lasciare il posto a quello di regina del gossip (in mancanza di materiale fornito dai soliti noti) alla splendida e grandissima Josefa Idem (che a Londra 2012 parteciperà alla sua ottava Olimpiade all’età di 48 anni) ed altre grandi ancora.
Donne. Quante Eve diverse fra loro e tutte con un personalissimo approccio alla vita, alle passioni, ai valori in cui credere.
Per finire con un sorriso vi ricordo chi invece ha un modo di manifestare il suo fervore animalista per lo meno originale.
Del resto dell'originalità e dell'impegnativo sport di "épater le bourgeois" questa signora ne ha fatta una professione.
Credo anche remunerativa.
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