11 novembre 2011

Pessime ragazze che fanno ridere

Lo so, lo so, è un po' che la rubrica latita, e so anche di essere l'unica al mondo ad essersene accorta. Ma se qualcuno di voi dovesse davvero aver sentito la mancanza di questo settimanale appuntamento con il dispenser di consigli televisivi (really? seriously? Get a life, dude!), questo qualcuno sappia che durante la latitanza, l'Eva addicted ha lavorato alacremente (leggi: si è inchiodata al divano con connessione neurale ai siti di sottotitoli) e torna su questi schermi con una nuova, eccitante scoperta da condividere con il suo lettore: 2 Broke Girls.
Cominciata da poco, va in onda sulla solita CBS alle 8.30 di sera, un più che dignitoso prime time per una serie appena iniziata. Trama semplice: Caroline, ricca rampolla newyorkese, perde tutto ciò che possiede quando suo padre viene arrestato per truffa: finita a lavorare in una tremenda tavola calda di periferia, fa amicizia con l'indipendente e tostissima Max, che l'accoglie in casa (insieme al cavallo) e decide di fidarsi tanto da mettere in piedi il progetto di un negozio tutto loro.

Storia che avrebbe potuto essere declinata in chiave melodrammatica, oppure dramedy, e per la quale si è invece scelto un registro comico, umoristico puro, a tratti irriverente e sboccato.

Ovviamente, le due attrici sono state scelte per dare immediatamente l'idea di un contrasto, anche a livello visivo (bionda eterea Caroline, mora giunonica Max), e sono anche stati pensati dei personaggi di contorno che creassero ambiente.
Ma il vero elemento dirompente della serie è Max.

Capita di rado che la ribalta sia concessa a qualcuno tanto poco rispondente ai canoni estetici attuali (guardate bene le inquadrature a campo medio: secondo gli standard, Kat Dennings è praticamente grassa), ma in questo caso la scommessa si è rivelata due volte vincente, con un'attrice che buca lo schermo in maniera potentissima e che recita i suoi brillantissimi dialoghi dando quasi l'impressione di improvvisare come faceva l'inserviente di Scrubs (guardate subito verso gli attori in scena con lei e li pescherete una volta su due a trattenere le risate).

Certe battute sono meravigliose e assolutamente non perbene:
"No, io non piango. Ho donato le mie ghiandole lacrimali alla scienza";
"Ho bisogno di nove ore di sonno" "No, tu hai bisogno di 22 centimetri di arnese"
ma senza che si scada mai nella trivialità più becera, rimanendo sempre più a un livello di golardia alla John Belushi per capirci.

Senza contare che, per una volta, vedere qualcuno che vive in un appartamento adeguato al proprio stipendio e non possiede un armadio da far invidia a Carrie Bradshaw non fa male, eh.

E' anche una delle poche serie di cui abbia visto il rating di tv.com alzarsi in diretta. Nell'arco di meno di una settimana ha guadagnato quasi un intero punto, passando dalla fascia medio-basso dei 6 a quella dei "Un'occhiata bisogna dargliela" dei 7 e spicci.

Insomma, siamo ancora all'inizio e le sit-com si giocano sempre tutto sulla capacità di far evolvere i personaggi, ma io su Max e Caroline sono disposta a scomettere. Ne riparliamo a fine stagione?

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