Se la fortuna assiste, la passione cocente si stabilizza in una relazione stabile, duratura e felice nella quale i protagonisti si cercano reciprocamente e si aspettano pazientemente quando il tempo di ritrovarsi non è ancora arrivato.
L'amore di Eva per Elizabeth von Armin è nato così, durante l'esplorazione di un mercatino dell'usato dove, fra migliaia di libri di mediocre interesse, era sepolto - intonso - questo volume edito da Bollati Boringhieri, con una copertina severa e una veste editoriale sobria.
"La moglie del pastore", scritto nel 1914, racconta la storia di una giovane inglese, figlia di un vescovo anglicano e destinata ad assistere il padre, che durante un viaggio incontra un pastore tedesco (ci starebbe una facile battuta, ma Eva sa essere seria, quando serve...) e in brevissimo tempo lo sposa, seguendolo in Germania.
Ingeborg, la protagonista, è una vera Eva: appassionata, capace di scelte di ribellione e controcorrente, ama la vita anche quando questa non le dà quello che lei si immaginava. "Ecco cosa le riservava la vita: cavolini di Bruxelles e una porta che le si chiudeva alle spalle."
Ma non solo questo: Ingeborg è una femminista ante-litteram, che si pone domande sulla condizione femminile, che capisce che la sua vita non finisce con l'essere moglie e madre, che non ci sta ad essere sottomessa ad un uomo, solo perchè le regole del tempo erano quelle.
Un libro bellissimo, fresco e una scoperta letteraria straordinaria. La von Armin è stata pubblicata solo recentemente in Italia ed è una scrittrice capace di descrizioni ariose, di tratteggi approfonditi dei personaggi, di umorismo moderno e, soprattutto, di frasi fulminanti che punteggiano ogni suo scritto.
"Oh, come vorrei avere una coda con cui scodinzolare!" dice Ingeborg... e pure Eva la vorrebbe, qualche volta, quando inciampa in libri come questo che, appena finito, si avrebbe voglia di ricominciare a leggere.
La moglie del pastore, di Elizabeth von Armin - ediz. Bollati Boringhieri, 20 euro
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