22 settembre 2011

L'arzanà de' Viniziani

xLa stagione migliore per visitare Venezia è l'autunno, quando la nebbia del mattino sale dal mare e si intrufola lungo i canali avvolgendo le case sonnecchianti, quando l'acqua si impadronisce delle calle e ti costringe a perderti nel labirinto di vicoli stretti e angusti, a vagare senza meta per ritrovarti infine stordito in qualche piazza sconosciuta, quando la luce si colora delle foglie d'autunno e concede alla notte di vegliare sulla laguna qualche ora in più.

È in autunno che la città, libera finalmente dalle folle invadenti del turismo di massa, risplende in tutto il suo splendore e riesce a raccontare del suo meraviglioso passato. 

 
C'è un luogo in particolare che più di ogni altro è strettamente legato alla ricchezza e al periodo di maggior splendore della Serenissima. 
Si tratta dell'Arsenale di Venezia, la più grande “fabbrica” d'Europa del periodo preindustriale. Senza questo enorme cantiere navale, molto probabilmente Venezia non sarebbe diventata una delle più grandi potenze marinare dell'epoca. Le prime notizie riguardanti la sua costruzione risalgono attorno al 1100, ma è dal 1300 che l'Arsenale acquisì un'importanza fondamentale nella costruzione di navi, tanto da venire addirittura ricordato da Dante nell'Inferno. 

L'Arsenale, il cui nome deriva probabilmente dall'arabo daras-sina'ah che vuol dire “casa dell'industra”, si trova nel Sestiere Castello poco lontano da Piazza San Marco, nella zona orientale della laguna e occupa un'area di ca. 320.000 m2. In questo immenso complesso di edifici lavoravano nel XIV secolo oltre 16.000 operai, organizzati in vere e proprie catene di montaggio, i quali, nei periodi di maggior richiesta, riuscivano a costruire in soli dodici ore un'intera galea. Qui non venivano costruite solo navi e armi, ma si pensava addirittura al rifornimento delle vettovaglie per i marinai. Sempre nell'Arsenale veniva prodotto infatti il famoso biscotto o galletta che serviva come nutrimento ai marinai durante la navigazione perché era di facile stoccaggio.
L'intero complesso era protetto da mura altissime e sottoposto a continua sorveglianza per evitare che i segreti delle maestranze, dalle quali dipendeva la prosperità della Repubblica veneziana, potessero cadere in mani nemiche. Attorno all'Arsenale furono costruite le abitazioni destinate agli operai e alle loro famiglie, ospedali, scuole, insomma, un'intera rete di strutture sociali che furono successivamente riprese a modello solo verso la fine del XIX secolo.

Le vicende politiche della fine del Settecento segnarono il lungo declino dell'Arsenale. Oggi è in parte occupato dalla Marina Militare e quasi del tutto inaccessibile al pubblico. Tuttavia se si ha la fortuna di visitare Venezia in occasione della Biennale d'Arte, in corso proprio in questi giorni, non bisognerebbe lasciarsi sfuggire la possibilità di sbirciare all'interno di uno dei luoghi storicamente più importanti. Dal 1999 gli edifici più importanti dell'Arsenale vengono infatti concessi in uso per allestirvi all'interno una sezione della Biennale. È così che varcando l'ingresso principale, “La porta di Terra”, tra l'altro prima opera rinascimentale veneziana, sarà possibile vivere una doppia esperienza allo stesso tempo storica e artistica. L'arte contemporanea si mescola all'archeologia industriale e così oltre ad ammirare le opere d'arte in esposizione sarà possibile far rivivere con un po' di fantasia i falegnami, i costruttori di alberi, di vele, di remi, le donne che tessevano le corde, gli operai che lavoravano nei grandi cantieri acquatici, sarà possibile sentire l'odore dei biscotti, sentire la voce dei marinai pronti a partire per tornare infine con l'oro, le spezie, i tessuti che fecero unica, una delle più belle e magiche città del mondo.

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