9 settembre 2011

Rassegna stampa di un'Eva che non dimentica

L'otto settembre è passato pure quest'anno... direi quasi totalmente dimenticato.
Vero che sono passati 68 anni.


Alle 19,45 dell’8 settembre 1943, la radio italiana trasmette il messaggio del maresciallo Badoglio nel quale il capo del governo comunica:
"Il governo italiano, riconosciuta l'impossibilità di continuare l'impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate angloamericane.
La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza"
Da quel momento uomini e donne dai diversi orientamenti politici iniziano a combattere per la Liberazione dal nazifascismo. Si parla ma troppo poco delle donne che parteciparono da protagoniste a questa lotta.


Donne di cui oggi, soprattutto oggi, dovremmo ricordare e perpetuare il coraggio, la forza delle idee, la tenacia nel perseguire il raggiungimento di un obiettivo vitale.
Quegli anni drammatici che hanno visto le Eve che oggi hanno 80-90 anni e che sono ancora vive e vegete proprio grazie alla straordinaria forza morale che le anima e le ha animate, lottare e combattere con ogni mezzo per la Liberazione.
Queste sono le donne che ci piacciono, queste le donne che vogliamo ricordare e soprattutto alle quali ci dovremmo ispirare, non (ci auguriamo) nella lotta combattente ma nella forza delle idee e dei valori in cui credere.
Non dimentichiamole, le donne che l'8 settembre 1943 sono uscite dalle loro case, ancora cittadine indegne del voto, per combattere a fianco dei loro uomini.

Passando ad un presente ormai disarmante, che ci vede spettatori basiti, come ricci di fronte ai fari nella notte, di una realtà disgusotosa, inaccettabile, viscida e vischiosa.
Chiediamo all'onorevole (?) Sacconi di scusarsi non soltanto con tutte le donne ma con tutti quanti gli italiani della trista (e non è un errore) barzelletta sullo stupro.

Piccola nota sulla Mostra del Cinema di Venezia. Stefania Rocca pone una questione che, non unica ma determinante, non mi fa apprezzare particolarmente il cinema italiano.
La figura della donna in questo cinema.
Volendo escludere le velinotte tutte culoetette dei cinepanettoni e cinematografia di serie C da lucchetti ed esami di maturità anche nel cinema cosiddetto d'autore la donna è sempre un esserino sofferente, frustrato, vittima passiva degli eventi.
Non siamo così, non tutte, non sempre.


Terminiamo questa breve rassegna stampa con una WonderWoman made in USA. Un fisicaccio non da poco, per avere 61anni!!!







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