29 novembre 2011

Tutte le idiosincrasie di Un giorno

***WARNING: SPOILER INSIDE! Questo post parla a chi ha letto il libro o visto il film, anticipandone svolte e colpi di scena***


Premessa 1: io detesto questo tipo di finali (vedi anche alla voce L'eleganza del riccio). Ho litigato con amici e familiari, per questo. Ma proprio non me ne capacito e non me ne convinco. Sì, lo so, è la vita vera che va così, è il realismo che irrompe nelle pagine romanzate per una nuova contemporaneità, è l'unica possibile svolta che mantenga la veridicità della narrazione.
Sarà pure. Io rimango convinta che sia il comodo escamotage degli autori a corto di idee. Perché, per quanto mi sforzi, non riesco a farmi venire in mente un solo finale simile da parte di grandi scrittori come Dickens, Austen, Manzoni, Pirandello, persino Verga, che pure di verismo ne dovrebbe sapere qualcosa.

Premessa 2: non sono riuscita ad amare il libro, e so che qui mi attirerò parecchi strali. Ma l'ho trovato proprio un coacervo di luoghi comuni prevedibili al millimetro (specialmente tutta la caduta verso il basso di Dexter). Però, in compenso,
Premessa 3: adoro Anne Hathaway e sono pregiudizialmente bendisposta verso Jim Sturgess, che mi ha regalato quel gioiellino troppo sofisticato che fu "Across the Universe". E in generale do sempre un'occhiata ai film tratti dai libri (ho visto pure quelli della saga di Twilight!). Quindi non partivo proprio prevenuta.

Ciò detto e premesso, One Day (tradurlo in italiano troppo faticoso?) è operazione non riuscita.
Sic et simpliciter.
Per quattro, semplici, ragioni.


Ragione 1: quando si trae un film da un libro, lo si, appunto, trae. Non si usa il romanzo come sceneggiatura. Presente il lavoro che ha fatto Scorsese con L'età dell'innocenza o Stephen Frears con Le Relazioni Pericolose?
Esempi troppo "alti"? Proviamo con Peter Jackson con Il signore degli anelli e Amabili resti? Oppure l'opera di cesello fatta sugli Harry Potter?
No, non ce l'avete presente, o voi della produzione di One Day, perché siete parenti con quelli che hanno "sceneggiato" Twilight, e se uno ha un minimo di tempo libero può seguire il film scorrendo le righe col dito, passo passo. Nessuna invenzione che dia valore aggiunto al film, nessuna innovazione narrativa o stilistica, niente. Lo storyboard nudo e crudo.
Ma d'altra parte, qual è l'errore più grande che si può commettere quando si trasforma in film un libro? Affidarne la sceneggiatura al solo autore. E chi è lo sceneggiatore di One Day?
Tanto è vero che, a livello filmico, il fatto che ogni anno la storia si svolga lo stesso giorno è del tutto indifferente.

Ragione 2: la regia! Dove è la regia? Vi siete dimenticati la regia! Qualcuno chiami un regista per favore! (E magari pure un direttore della fotografia, già che ci siamo)

Ragione 3: Sì, quando la Hathaway recitava accanto a Jake Gyllenhaal in Love and other drugs, sembrava che dovessero prendere fuoco solo se entravano in due inquadrature ravvicinate. Ma non era merito di lei, era quella cosa bellissima che si crea a volte al cinema e si chiama alchimia. Che non è prevedibile e non può essere creata ad arte, ma quando non si palesa di solito subentra il mestiere per cui quei giovani signori vengono pagati, la recitazione.

Anne Hathaway e Jim Sturgess, invece, hanno lo stesso feeling che c'è fra un appretto per camicie e un floppy disk, e non fanno un granché per nasconderlo.


Ragione 4: non è che basta metterle un paio di occhialacci e far finta di non averla truccata per trasformare la Hathaway in una sfigatona anni '80. Ci vuole altro. Cura, dettagli, recitazione.
Dall'altra parte, Sturgess ha perso quel certo candore pronto a oscurarsi che l'aveva reso così interessante in Across the universe e risulta un po' insipido.

Insomma, nessuna delusione perché non avevo aspettative, e forse è anche per questo che mi è piaciuto tanto poco. Spero vada meglio ai fan del romanzo, che meritano di veder appagato e soddisfatto il loro amore per Emma e Dexter.

Voto finale: l'ho visto mentre stiravo e a volte era lo stiraggio a tirarmi su il morale.



P.S.
Ancora una volta, locandina che anticipa il finale, ma vabbè.

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