18 febbraio 2012

Effetto tacchino

Ebbene sì, ammettiamolo: il tacchino sa un po' di cartone, ed ha bisogno di preparazioni abbastanza ricche.  Non intendo arrivare al livello del tacchino del Thanksging, per carità, ma vi propongo un piatto che soddisfa il palato grazie a qualche piccolo eccesso.
Si parte dalla fesa di tacchino, ovviamente, che vi farete tagliare in fette sottili, e per quattro persone contate seicento grammi abbondanti; poi vi servirà un paio di etti di mortadella tagliata a fette sottili, una busta di panna da cucina da duecento grammi, olio e burro (poco), una manciata di farina ed un fondo di vino bianco.
Mentre facciamo fondere nella nostra fedele padella antiaderente con i bordi alti  una mezza noce di burro in un cucchiaio di olio, prepariamo gli involtini: sulla fetta di tacchino appoggiamo una fetta di mortadella, ripiegata in maniera che non sporga, arrotoliamo il tutto e fissiamolo con uno stuzzicadenti.
Quando il burro si è sciolto ed è ben caldo, rosoliamo gli involtini per qualche minuto da tutti i lati e spruzziamoli con mezzo bicchiere di vino bianco; quando sarà evaporato aggiungiamo la panna ed un cucchiaio da tavola di farina, abbassiamo la fiamma e facciamoli cuocere per un quarto d'ora da quando l'intingolo comincia a bollire.  Se il condimento si asciuga troppo possiamo aggiungere, ma non dovrebbe essercene bisogno, mezza tazzina da caffè di acqua. Non c'è bisogno di aggiungere sale, grazie alla mortadella che, curiosamente, non cambierà colore in cottura.
Vanno in tavola molto caldi, ricoperti dalla panna che si sarà addensata, e reggono un rosso corposo.  Buon appetito.

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