5 febbraio 2012

Le parole che si usano


Ricevo e volentieri pubblico

"Le parole sono importanti" diceva Nanni Moretti in Palombella rossa. Lo sono sì, perchè servono a comunicare, servono a fare capire. Ma servono anche a non comunicare, servono anche a non fare capire. Dipende da come vengono usate. E dipende anche da chi le usa. Un esempio? L'azienda per cui lavoro ha deciso di fare pesanti tagli e ci sono alcune centinaia di persone convinte di  perdere il posto entro la fine dell'anno, se gli si chiede come descriverebbero la loro situazione probabilmente userebbero terrmini come "prossimi licenziati", forse qualcuno "licenziando" o "quasi cassa-integrato". L'azienda no, non usa questi termini, l'azienda parla di "esuberi", parla di "ricollocazioni", di "accompagnamenti" fino ad usare la definizione di "posizioni in trasformazione".
Non ho dubbi che queste parole siano state scelte volutamente, sono spersonalizzanti, un esubero non può avere una famiglia, chi viene accompagnato non ha dirigenti ma ha amici ed una posizione in trasformazione non ha figli. Queste sono parole usate per nascondere, per non fare capire che si parla di posti di lavoro che si perdono e prima ancora si parla di persone. Usare le parole corrette sarebbe un modo per rispettarle, anche se le parole possono essere dure.
Ma essere coinvolti in un passaggio di questo tipo fa anche cambiare il linguaggio che si usa. È normale dire "la mia azienda", solo quando arrivi a rischiare il posto ti accorgi che è una definizione sbagliata, due volte sbagliata. Il primo errore è che non è la mia azienda,  è l'azienda per cui lavoro, distinzione forse sottile ma in realtà fondamentale da tenere bene a mente. Il secondo errore, legato e conseguente al primo, è un senso di appartenenza che troppo spesso va in un'unica direzione, dal dipendente all'azienda, fino ad arrivare quasi all'identificazione. Che suona davvero strano quando traspare dalle parole dei precari dei call center.
Se i tempi che stiamo vivendo richiedono di cambiare le modalità ed il concetto stesso di lavoro, anche questo deve cambiare, che tutte le parti coinvolte imparino ad usare con coscienza le parole giuste.

Nessun commento:

Posta un commento

Commenti e critiche sono benvenuti, ma fatti con spirito di partecipazione. Insulti e troll saranno cancellati.
Le decisioni degli amministratori sono insindacabili