7 settembre 2011

Architettura e Potere

Ho appena terminato un libro, un soggetto apparentemente pesante, le relazioni fra l'architettura, gli architetti ed i potenti del mondo. Il titolo è "architettura e potere" di Deyan Sudjic, editori Laterza. Al contrario di quello che temevo ho scoperto un libro molto interessante, capace di tenere l'attenzione del lettore, racconta molto bene le relazioni fra i vari potenti, i loro architetti e le opere commissionate. L'architettura pensata non come strumento di costruzione di un mondo ma come strumento di glorificazione del potere e della persona che quel potere in quel momento ed in quel posto quel potere lo incarna. Che il potente sia Stalin o Hitler, Mao o Mussolini, così come il ricchissimo di turno, i presidenti degli Stati Uniti o l'arricchito telepredicatore la sostanza non cambia, lo scopo è mostrare al mondo quanto si è più potenti, più intelligenti, più avanti, più.... insomma che lui, il committente, ce l'ha più lungo di tutti.

6 settembre 2011

Caccia al cigno

Datosi il fatto che questa settimana era il turno dell'altra metà di SaraS di scegliere film, ci sono toccate solo pellicole ad alto tasso testosteronico, tali da mettere seriamente in pericolo la nostra rubrichetta.
Ma noi opponiamo fiera resistenza a questo conclamato caso di predominanza maschia e recensiamo ugualmente un film "al femminile", attingendo all'infinita scorta accumulata in troppi anni di cinefilia militante.
Per cui apriamo le danze e riguardiamoci "Il Cigno Nero".

Rassegna di chi scende e di chi sale, altro che borse.


La rassegna inizia subito con chi rischia che la libertà le sia fatale.
L'Eva che scrive, per tante circostanze, è rimasta colpita particolarmente dalla storia di Kate.
Sembra incredibile che l'inizio di una nuova vita possa combaciare con una condanna a morte, sembra uno scherzo del destino. La mobilitazione è stata massiccia, la moratoria sulla pena di morte conta ancora qualcosa (pare) e speriamo che, chi si è rifiutata di sposare chi non amava e di professare liberamente la propria religione senza alcuna imposizione, possa salvarsi da questa barbarie, da questa morte medievale, la considero una nostra precisa responsabilità politica, delle istituzioni come paese Italia, per aver varato una legge "miope" come la Bossi-Fini, e di tutta la società civile.

4 settembre 2011

La stessa materia di cui sono fatti gli incubi - La rassegna stampa (di m...) di Eva


Abbiamo trovato un bel po' di risultati per la query sulla natura del nostro Paese, e ci è venuto un dubbio: che l'Innominabile abbia ragione, in fondo. Non per altro, semplicemente perché questo Paese sopporta l'insopportabile, e da ben più di 17 anni, perché ormai in realtà sono il doppio; qualcuno si ricorda di questo, o addirittura di questo?
Poi qualcuno ancora non ci dorme la notte, perché ha visto, per sbaglio, una puntata di questo.
Continuando a ricordare, c'era questo ed anche questo, e qui ci fermiamo perché ogni limite ha una pazienza.
Prima di augurarvi buona domenica, vorremmo fornire ai nostri venti lettori una materia di riflessione (no, non materia organica, non preoccupatevi) , ovvero: siamo proprio sicuri che è stato Lui a ridurci così, o invece noi già lo eravamo, a nostra insaputa?
E a questo punto, buona domenica.


3 settembre 2011

La meglio pastasciutta


Con le vongole, cosa credete?
Siano o non siano veraci, ovvero "cornute" come si diceva a casa mia, siano telline, siano arselle, tutto fa. Ci vuole solo un po' di pazienza, visto che non è una preparazione breve, e visto che serve una certa manualità.
Per quattro persone un chilo di vongole, olio, un paio di spicchi d'aglio e un rametto di prezzemolo. Per il colore, una manciata di pomodorino di pachino ben maturi e rossi.
Ma prima, pulizia. Le vongole (le telline, le arselle, quello che volete) sono piena di sabbia, quindi prendiamo un ampio tegame, copriamo il fondo di acqua e mettiamo il tutto sul fuoco con le vongole ancora chiuse dentro. Un po' di pazienza ed i gusci si apriranno; buttate via le vongole che rimangono chiuse ed aspettate ancora qualche minuto.
Se date una scossa al tegame, vi accorgerete che il fondo è coperto di sabbia, ma guardatevi bene dal buttare via l'acqua. Munitevi di pazienza (per togliere le vongole una per una passandole in un altro tegame) e di un colino, con il quale filtrete l'acqua nella quale potrete e dovrete ricominciare la cottura, aggiungendo a questo punto una tazzina da caffè di olio, l'aglio, il prezzemolo ed i pomodorini, dopo averli incisi ma non tagliati.
Un altro quarto d'ora a fuoco vivace e siete pronti:lessate al dente i vermicelli, passateli nel tegame delle vongole e sporzionate. Non dimenticate che accanto ad ogni coperto servirà un piatto vuoto per raccogliere i gusci. Se vi piace, una punta di peperoncino in ogni piatto, ma senza esagerare, ed una buona bottiglia di chardonnay trentino: suggerisco Jurmann.