20 marzo 2011

Le patate bollenti


Col suo arrivo in Europa dal Nuovo Mondo, la patata ha svolto un ruolo importante: piantata nei suoli sabbiosi della Prussia, è stata ottimo carburante per "un esercito che possedeva uno Stato", aggredita da un fungo in Irlanda a lungo andare ha consegnato agli Stati Uniti d'America il primo presidente cattolico grazie all'emigrazione delle plebi dell'Isola di Smeraldo ridotte alla fame.
Io mi limito a cucinarle, ed oggi le preparo in una versione un po' impegnativa - soprattutto in termini di tempo - ma di sicura soddisfazione: vanno bene anche da sole, oltre che come contorno ad un secondo di carne.
Per questo piatto utilizzo, dopo numerosi esperimenti, patate dalla buccia violetta, che tengono benissimo la cottura; le quantità sono ovviamente a discrezione, tenendo sempre presente che si riducono parecchio. Comunque, dovrebbero essere abbastanza per riempire la padella.
Le patate vanno lavate e sbucciate e poi, con esercizio di pazienza, tagliate a dadini, il più possibile di dimensioni uguali, per assicurare uniformità nel tempo di cottura.
Nella padella mettiamo a scaldare l'olio, abbastanza per coprire il fondo e anche un po' di più e facciamo annerire qualche spicchio d'aglio. A quel punto togliamo l'aglio e mettiamo le patate: dopo un paio di minuti a fiamma viva abbassiamo il fuoco ed aggiungiamo il sale (secondo il gusto, ma sulle patate serve dal momento che tendono ad essere dolciastre) ed una buona dose di rosmarino.
Ora è solo questione di tempo: giriamo di tanto in tanto con un cucchiaio di legno, delicatamente per non schiacciare i cubetti; per la cottura dipende dalla quantità, ma ci vorrà almeno una mezz'oretta. Portatele in tavola ben calde, ancora nella padella, e vedrete.

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